Alpinismo

Everest, Highcare: spedizione finita

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KATHMANDU, Nepal — Fine dei giochi per la spedizione alpinistico scientifica Highcare. Dopo il gruppo dei ricercatori guidato da Gianfranco Parati, hanno lasciato il campo base dell’Everest anche i dieci alpinisti che dovevano raggiungere la vetta della montagna e condurre gli esperimenti programmati in alta quota. La rinuncia anticipata è stata imposta dal maltempo e dalle valanghe, che hanno spazzato via più volte le corde fissate dagli Sherpa sull’Icefall, impedendo la scalata degli alpinisti.

"Abbandoniamo l’impresa a malincuore – hanno detto gli alpinisti di Highcare tra cui figurano i nomi di Fabio Iacchini, Armin Fisher, Graziano Masciaga, e Marco Pelfini. -. Le avverse condizioni meteo che imperversano sulla montagna rendono impossibile agli Sherpa di riattrezzare l’Icefall e a noi alpinisti di salire ai campi intermedi".
 
Rientro anticipato, quindi, per il gruppo alpinistico di Highcare, che in un mese di permanenza ai piedi dell’Everest è riuscito soltanto una volta a raggiungere campo 2. Nel mese di settembre, infatti, a causa del prolungamento del monsone è stato impossibile salire in quota e nei primi giorni di ottobre, le continue slavine sulla via di salita hanno più volte spazzato via le corde fisse attrezzate dagli Sherpa sull’Icefall.
 
Sei alpinisti della spedizione sono riusciti a raggiungere campo due, a 6.300 metri di quota, nel primo fine settimana di ottobre, ossia nella breve finestra di bel tempo che ha consentito a molte spedizioni impegnate su altre montagne himalayane di raggiungere la vetta. Hanno compiuto alcuni test scientifici e tre di loro si sono spinti qualche centinaio di metri più su, ma sono immediatamente rientrati per tornare al campo base insieme al resto del gruppo.
 
In discesa, purtroppo, hanno trovato l’Icefall sbarrata un’altra volta da una slavina che aveva spazzato via le corde fisse. Solo dopo diverse ore di lavoro con corde e calate sono riusciti a raggiungere le tende del base.
 
Nei giorni successivi, sulla montagna sono tornate abbondanti nevicate che hanno impedito agli Sherpa di riattrezzare per l’ennesima volta l’Icefall. Data la stagione ormai avanzata e lo scarso acclimatamento, gli alpinisti hanno così deciso di rinunciare alla vetta e di rientrare in Italia. In queste ore, il gruppo sta sgombrando il campo base.
 
Nel frattempo, i 35 ricercatori della spedizione sono rientrati in Italia. Il gruppo ha lasciato il campo base all’inizio di ottobre, dopo circa dieci giorni di permanenza e di test scientifici, condotti non senza difficoltà e ritardi imposti dal maltempo. Soddisfatto, comunque, il coordinatore Parati: "“E’ stata una missione molto dura sia da un punto di vista fisico sia logistico – ha commentato il ricercatore –, che comunque ci ha permesso di raccogliere molti dati che ora dovremo approfondire".
 
La spedizione alpinistico-scientifica Highcare è stata organizzata per condurre una serie di test medici in alta quota, per comprendere meglio le reazioni del corpo umano alla rarefazione dell’ossigeno e l’efficacia di alcune cure per patologie basate sullo stesso meccanismo. Programmata per la primavera scorsa in Tibet, a causa dei divieti olimpici è slittata a settembre e ha dovuto procedere ad un repentino cambio di programma adattandosi a salire dal versante Sud, nepalese, dell’Everest, anzichè da quello tibetano.
 
 
Sara Sottocornola

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