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Strage al Marriot in Pakistan: 60 morti

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ISLAMABAD, Pakistan —  Non c’è pace per il tormentato e bellissimo paese asiatico che ospita le più belle montagne del Karakorum. Ieri sera, un pauroso attentato che gli investigatori hanno attribuito ad al Quaeda ha semidistrutto l’Hotel Marriot di Islamabad, provocando 60 morti.

Fra le vittime l’ambasciatore della Rupubblica ceka, un tedesco e un americano. Mentre la Farnesina conferma che non ci sono italiani fra i morti dell’hotel che era punto di riferimento per la comunità internazionale in Pakistan.

La polizia e le forze di sicurezza stanno lavorando per tentare di recuperare altri corpi. Mancano all’appello ancora una ventina di persone, mentre oltre venti tra i 230 feriti versano in ospedale in gravi condizioni.

Il bilancio delle vittime dunque è destinato ad aumentare. Paurosa l’esplosione cha ha investito la struttura. L’autobomba – un furgoncino kamikaze carico di 1000 kg di tritolo – ha lasciato una voragine di 10 metri di diametro davanti all’albergo. In seguito alla detonazione si è sviluppato un grosso incendio che ha fatto crollare un’ala dell’hotel.  

Il ministro degli interni pachistano Rehmin Malik ha detto che l’attentato di ieri è "l’undici settembre pachistano". E ha fatto sapere che l’intelligence di Islamabad da due giorni aveva informazioni circa un attentato pianificato nel parlamento della capitale pachistana, in occasione del discorso che Zardari ha tenuto ieri.

Dietro l’attentato potrebbe esserci la mano di al Qaeda o lo stesso gruppo affiliato responsabile dell’omicidio di Benazir Bhutto. Certo che è che l’organizzazione terroristica di Osama Bin Laden la scorsa settimana ha rilasciato un messaggio video che, oltre a minacciare l’Occidente gli Stati Uniti, accusava i paesi alleati degli Usa come il Pakistan.

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