Alpinismo

Messner, un film sul Nanga Parbat

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ISLAMABAD, Pakistan — Di nuovo sul Nanga Parbat, di nuovo su quella terribile montagna che quasi 40 anni fa gli portò via il fratello Gunther. Reinhold Messner starebbe girando in questi giorni un film sul colosso pakistano, dove lo hanno incontrato l’alpinista Fabrizio Zangrilli e gli altri membri della spedizione americana, da cui arriva la notizia. Misteriosa ancora la trama del lungometraggio. Certo è che l’altoatesino su questa montagna ha molto da raccontare.

"La prima volta che abbiamo avvistato un elicottero sul Nanga Parbat è stato il 17 agosto. Per i due giorni successivi lo abbiamo sentito sopra le nostre teste, che sorvolava tra i 4000 e i 5000 metri. Ci chiedevamo perchè fosse lì, finchè il 20 agosto si è avvicinato a noi abbastanza da vedere un cameraman sporgere dal velivolo e filmarci".
 
Comincia così il racconto dell’alpinista Fabrizio Zangrilli che si trova con una spedizione americana sul Nanga Parbat, ultimo gruppo di scalatori impegnato ancora in questi giorni nell’ascesa di una vetta himalayana. Zangrilli scrive sul sito della spedizione MBDclimbing expedition, dove parla dell’inaspettato incontro con Reihnold Messner sul colosso Pakistano.
 
"Quando quel giorno abbiamo fatto ritorno al campo base – continua Zangrilli – abbiamo scoperto che su quell’elicottero c’era Reihnold Messner in persona. L’altoatesino infatti sta girando un film sul Nanga Parbat, ed era salito in volo sulla montagna per incontrarci. Pare che abbia tentato di venirci incontro per due volte, ma entrambi i tentativi sono andati a vuoto perchè noi eravamo in parete".
 
La spedizione americana sta compiendo infatti l’acclimatamento sulla via Messner, e dovrebbe tentare la vetta del Nanga Parbat verso la metà di settembre. Proprio ai piedi di questa via, gli alpinisti statunitensi hanno fatto la conoscenza due giorni dopo l’avvistamento del cameraman del grande scalatore che per primo la aprì.
 
"Venerdì mattina 22 agosto stavo guardano col telescopio la parete, quando ho di nuovo sentito l’elicottero – racconta Zangrilli -. In pochi minuti le nostre tende sono state scosse dal fortissimo vento provocato dall’avvicinamento del velivolo: Messner in persona si è affacciato e ci ha salutato velocemente. Ci ha detto che lui e la sua troupe avrebbero tentato di salire oltre i 6000 metri per fare delle riprese e che poi sarebbero tornati da noi per il pranzo. E infatti così è stato".
 
"Abbiamo mangiato insieme, poi ho rilasciato una breve intervista – continua l’alpinista – e ci siamo messi a discutere di come è cambiata la parete Rupal dal lontano 1970, l’anno in cui l’aveva scalata per la prima volta Messner. Poi l’altoatesino e la sua troupe ci hanno augurato in bocca al lupo, e se ne sono andati".
 
Rimane un mistero insomma la trama del film, ma le tristi vicende personali che l’alpinista altoatesino ha vissuto su questa montagna non possono non venire in mente. Proprio qui infatti, era salito nel 1970 con il fratello Gunther: i due furoni i primi a conquistare la cima dalla parete Rupal, con una scalata in stile alpino, senza ossigeno e senza portatori.
 
I fratelli Messner, a causa della stanchezza accumulata da Gunther durante la salita, dopo aver raggiunto la vetta decisero di scendere dalla più agevole parete ovest. Dopo aver bivaccato più giorni all’aperto, quando erano quasi arrivati alle pendici della montagna, Gunther fu però travolto da una valanga e morì. Questa versione raccontata da Reinhold Messner, è stata contestata per anni, e ha potuto essere confermata solo nell’agosto 2005 quando la salma del fratello fu finalmente ritrovata.
 
Che l’altoatesino abbia deciso dunque di raccontare in un film il suo Nanga Parbat? Staremo a vedere…
 
 
 
Valentina d’Angella

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