Alpinismo

Confortola: voglio tornare a scalare

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PADOVA — "Non ho mai visto una montagna così cattiva, così spietata. Non potrò mai dimenticare quello che ho vissuto sul K2 e non tornero’ mai più su quella maledetta montagna". Sono le parole di Marco Confortola, che sopravvissuto a una drammatica scalata sulla seconda montagna più alta della Terra, si trova ricoverato all’ospedale di Padova per curare i congelamenti ai piedi.

Confortola – 37 anni, valtellinese – è scampato al dramma che è costato la vita a 11 scalatori, la settimana scorsa sul K2. la disavventura, però, ha lasciato i segni, pisicologici e fisici. Seguito da professor Gianfranco Picchi, uno dei maggiori esperti di congelamenti in Italia, Confortola in queste ore si è sottoposto a sedute di ossigeno terapia, dentro una camera iperbarica.
 
I congelamenti subiti durante una notte all’addiaccio a 8300 metri d’altezza però avranno conseguenze pesanti. Con ogni probabilità, il valtellinese perderà l’uso delle ultime falangi dei piedi, che verranno amputate. Ciò tuttavia non gli impedirà di camminare e, a fine riabilitazione, tornare a scalare le amate montagne. "Non vedo l’ora – ha confessato l’alpinista ai giornalisti – ho voglia di poter tornare ad abbracciare le mie montagne".
 
Ma quella brutta vicenda lassù se la ricorderà per un bel pezzo. Tanto da scriverci, almeno nelle intenzioni, un libro: "Sì vorrei scrivere un libro sul K2 e su questa storia terribile; sono anni che vivo in montagna, ma non ho vista mai visto una montagna così cattiva con gli alpinisti" ha detto Confortola nel suo personalissimo rapporto con le vette. 
 

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