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Parte Artic2Atacama, una spedizione dal ghiaccio al fuoco

[:it]ARTICO – Sono riusciti a raggiungere l’Artico il 16 febbraio, nonostante qualche bufera, ed inizieranno oggi la prima tappa di quest’avventura che li porterà dai -50° ai +50°centigradi.

I protagonisti sono l’italiano Stefano Gregoretti, triatleta ultrarunner di Riccione, e gli ultrarunner canadesi Ray Zah e Jen Segger ed affronteranno in un’unica spedizione, senza aiuti esterni, un’escursione termica pari a 100° centigradi passando dall’Artico canadese al deserto cileno di Atacama muovendosi con due mountain bike.

La prima parte dell’impresa inizierà dal paese inuit Qikiqtarjuaq sull’Isola di Baffin in sella delle fat bike, mountain bike con pneumatici molto larghi dotati di 600 chiodi ciascuno, ed attraverserà l’Oceano Artico fino a giungere dopo 350 km alla comunità di Pangnirtung.

“Il pack sarà la nostra pista. Al momento non ci sono tempistiche o velocità di percorrenza perché da quanto ci risulta nessuno mai ha affrontato una sfida del genere – racconta Stefano -Mangeremo legumi preparati a casa e olio di cocco per attrarre il meno possibile il sensibile olfatto degli orsi bianchi. Di notte dormiremo in tenda e saremo protetti da un recinto a cui è collegato un allarme che ci segnalerà l’eventuale presenza di potenziali rischi. Cercheremo di chiudere la porzione di spedizione artica in 4-5 giorni. Qui saremo completamente da soli, saranno complicate anche le comunicazioni”.

Al termine di questa prima fase, i tre si dirigeranno in aereo in Cile, da dove partiranno, su una classica mountain bike, per attraversare, in un percorso che si snoda in 1200 km, da Nord a Sud il deserto di Atacama, il luogo più arido della Terra, su altitudini di 2000/3000 mt.

“Nella parte calda della nostra impresa – dice Stefano –  saremo messi duramente alla prova dai raggi ultravioletti. In questa parte del globo il buco nell’ozono è particolarmente accentuato e per proteggerci dovremo pedalare completamente coperti. Ci vorranno almeno 10 giorni per completare l’intero tragitto. In questa parte di spedizione non corriamo il rischio di essere facili prede, né di imbatterci in serpenti o invertebrati velenosi e potremo contare sul rifornimento idrico una volta ogni sera. Faremo il carico di acqua che trasporteremo ogni giorno su borracce e bisacce installate sulle nostre biciclette. Sperimenteremo anche il funzionamento e la resistenza di nuovi materiali tecnici e il funzionamento di tecnologie di ultima generazione. La spedizione sarà un vero test fisico e tecnico”.

Test a -42 C prima di andare a Nunavut. Photo courtest Stefano Gregoretti
Test a -42 C prima di andare a Nunavut. Photo courtest Stefano Gregoretti

Photo courtesy Stefano Gregoretti
Photo courtesy Stefano Gregoretti

In bocca al lupo!

Per maggior informazioni e seguire la spedizione: sito web[:]

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