Alpinismo

Nanga, speriamo torni il bel tempo

[:it]ISLAMABAD, Pakistan – L’inattività fa vacillare l’equilibrio. Al campo base il nervosismo da cattivo tempo di solito e da sempre monta con i malumori, i dolori reumatici delle troppe notti passate malamente sul ghiacciaio ed i pensieri più cupi riguardo valanghe e crepacci.

Una volta ce la si prendeva con i cuochi, che pulivano male e cucinavano peggio, poi con i compagni di spedizione, che lasciavano in giro il sacco a pelo e i calzini puzzolenti, che si mangiavano tutto il cioccolato e che non avevano portato abbastanza pesi in alto, in un crescendo proporzionale al numero di giorni di “brutto”.

Nel tempo di internet si affidano messaggi a Facebook perché tutti li leggano e li commentino, accusando però la rete di raccontarli.

Tamara Lunger è una bravissima persona ed un’atleta eccezionale!  Vedere poi una donna italiana e sudtirolese salire per prima in inverno una montagna come il Nanga Parbat ci renderebbe felici e orgogliosi. Un duplice primato invernale. Detto questo, prego Tamara di girare quel dito della foto che ha postato verso se stessa e verso i suoi compagni di spedizione e di campo base. Anche verso quelli che se ne sono andati, anche pakistani, che al web rimangono attaccati non fosse altro che per chiedere soldi, legittimamente, e notorietà, grazie alla quale i soldi arrivano.

Dal web e dai “giornalisti” va preso il buono, ma anche quel che ci pare meno gradevole e conveniente. Attenzione, è labile il confine tra ingenuità e ipocrisia, seppure in buona fede. Ed è difficile credere all’ingenuità di chi ha come compagno di spedizione un alpinista bravissimo e di sicuro per niente ingenuo. I giornalisti professionisti ed i commentatori casuali, come il sottoscritto, che si occupano di montagna, alpinisti, imprese ed anche di cronaca, fanno semplicemente quel che devono fare: raccontano ed a volte commentano e francamente, fino ad ora, a meno che mi sia sfuggito di leggere qualcosa di truce, lo hanno fatto in buona maniera, persino con educazione, facendo qualche battuta, anche cazzeggiando, per carità, ma nulla a che vedere con quello di cui Tamara sembra redarguirli. A meno che sia solo nervosismo.

Tornando al sodo, al Nanga sembra consolidato il fatto, ce lo annuncia Tamara per la prima volta, che la cordata che tenterà la vetta sarà una cordata a 4. Al base sono però in 5. Che fa Nardi? È stato cancellato? L’ultima notizia era che andavano tutti d’amore e d’accordo. Tutti chi comprende? E Tomek?
Ce lo dica Tamara. Se si posta su Facebook, che non è il diario personale, uno scritto lunghissimo rimanendo però vaghi, anzi contraddittori, riguardo all’unica notizia interessante per il core dell’argomento, che è il Nanga in invernale, è giocoforza che chi deve raccontare si faccia delle domande ed avanzi ipotesi.
Non può sfuggire a Tamara che è curioso, oltre che interessante, per l’esito di questa avvincente sfida invernale al Nanga, quel che sta accadendo al campo base.[:]

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Un commento

  1. … molto curioso, quel che sta avvenendo quest’anno al campo base, altroché.
    A partire da quel post dello scorso 26 gennaio, con cui proprio Tamara Lunger sulla sua pagina fb ci annunciava “Simone e io abbiamo concordato con il team di Alex Txicon di unirci per la via Kinshofer”, con tanto di sviolinata sull’armonia e sull’empatia che aveva unito i “cinque sopravvissuti”, senza che da nessun componente dell’altra squadra (né, peraltro, dallo stesso Simone Moro) fosse giunta alcuna comunicazione, né ufficiale né ufficiosa, in merito… e infatti, vedi tu, quel post sulla pagina della Lunger poi è misteriosamente sparito. Interessante ripensare a quel post, oggi che la fusione che la Lunger era tanto bramosa di annunciare si è effettivamente realizzata… ma da due squadre di tre alpinisti più due ne è uscita fuori una da quattro. I conti non tornano. Curioso quel che sta avvenendo al campo base, davvero.

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