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Elicottero schiantato: colpa del pilota

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KAHTMANDU, Nepal — Tutta colpa della scarsa esperienza del pilota sulle montagne nepalesi. E’ questa la conclusione a cui è arrivata la Commissione del governo incaricata di indagare sull’incidente d’elicottero che lo scorso 3 marzo è costato la vita a 10 persone.

"Le prove ci portano a dire che l’elicottero volava senza rispettare le regole di volo, con poca conoscenza del territorio locale, in stato di maltempo e con poco capacità di reazione dell’equipaggio in caso di emergenza", ha detto il capo della Commisione Dron Raj Regmi, the chief of the commission.
 
L’elicottero, un MI-8, di proprietà della Vertical-T, al momento della disgrazia volava per conto delle Nazioni Unite in una missione sopra Ramechhap (nella foto). Nel disastro persero la vita 7 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio. La cronaca racconta di un improvviso blocco dei due motori e dell’incapacità del pilota di tenere in assetto il velivolo. L’elicottero è finito in avvitamento e si è schiantato al suolo.
 
Secondo quanto rilevato dalla commissione,il pilota russo ai comandi del velivolo aveva un’esperienza molto limitata: solo 8 ore di volo sopra le montagne nepalesi. E inoltre aveva grosse difficoltà a comuniare in inglese. 
 
Il rapporto della commissione peràò non è riuscito a spiegare come e perchè entrambi i motori siano entrati in blocco praticamente comtemporaneo. "Non ci sono registrazioni delle conversazioni in cabina di pilotaggio – hanno spiegato dalla commissione – semplicemente perchè il registratore di volo non è stato settato in maniera corretta prima del volo".
 
Il velivolo era certificato solo per il volo a vista, ma stava volando in strumentale quando ha incontrato le nuvole. L’equipaggio avrebbe perso l’orientamento e il controllo dell’elicottero, sostiene il rapporto. Il pilota avrebbe così deciso di volare a 4000 metri per evitare le difficoltà del terreno e il maltempo, senza avere alcuna conoscenza delle previsioni meteo e una rotta prestabilita.
 
 
 

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