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E il reality riapre la polemica sulla vetta del Monte Bianco

[:it]SAINT GERVAIS LES BAINS, Francia — Quelli del Reality hanno fatto agitare di nuovo il sindaco di Saint-Gervais-les-Bains. Hanno infatti osato sorvolare la vetta del Suo Monte Bianco. E lui ha detto d’aver dato mandato ai suoi legali di chiedere i danni agli italiani che hanno disobbedito al suo ordine di starsene lontani. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso fin ai massimi livelli, anche europei e che questo “casus belli” sia l’accasione per dare soluzione alla vecchia questione che riguarda la “proprieta” della cima del Bianco.

Perchè se Chamonix è la “capitale mondiale dell’alpinismo”, Saint-Gervais con i suoi bagni di origine romana, che condivide con Chamonix il versante nord del Bianco, da anni è all’attacco dell’ultimo centimetro italiano della calotta sommitale della montagna più alta d’Europa.

Noi italiani dopo le nostre guerre di indipendenza e i trattati che hanno definito i confini sullo spartiacque tra Savoia e Valle d’Aosta ce ne siamo stati tranquilli per decenni, mentre a Saint- Gervais, fiancheggiati anche dagli “chamognardi”, ci si dava da fare con gomma e matita per spostare sempre più in la il confine in favore francese.

È pur vero che perfino i più qualificati geografi francesi ci danno ragione, ma subito dopo ci danno anche una pacca sulla spalla, come dire: rassegnatevi, con quei testoni di Saint-Gervais e Chamonix nessuno ha voglia di scornarsi, lasciate perdere. Di pochi mesi fa la chiusura di un cancello di uscita della nuova  costosissima e di successo funivia che il Bianco, partendo dal versante italiano e partenza da Courmayeur, lo attraversa con tratte spettacolari e sospese su dorsali boschive, ghiaioni, pareti e ghiacciai.

Recentemente il sindaco Jean-Mark Peillex ha deciso di “sua capa” di aggiudicarsi qualche centinaia di metri del ghiacciaio del Gigante, mandando due guide a mettere un lucchetto al cancello di uscita dalla funivia italiana verso il ghiacciaio. E per una volta tanto sono partite “vibrate e formali” proteste dall’amministrazione italiana. “Potè più il portafoglio dell’amor patrio”.

Di fatto siamo stati per anni buoni e zitti pensando che se non ce la fanno i francesi di buon senso come possiamo farcela noi a impedire questa piccola, prograssiva annesione, e la rassegnazione è montata come panna e ha attutito tutto.  Ci ha riempito la bocca e impedito persino di pronunciare qualche formuletta dubitativa. C’è però una Commissine Mista ufficiale che da anni – tanti, troppi anni – studia il caso e rinvia ogni pronunciamento intelligente.

“Che ci frega di qualche centinaia di metri di ghiaccio?” ci siamo sempre detti, “meglio le buone relazioni con i cugini d’oltralpe”, non irritandoli.

Ma le ragioni nostre sono esattamente quelle dei cugini. La prima attiene al rispetto del diritto internazionale, la seconda è di orgoglio nazional-geografico, (non è una parolaccia): riguarda la titolarietà in condivisione di un luogo unico, eccezionale, simbolico, per i francesi e per noi: la cima più alta d’Europa. E poi ce n’è una terza di visibilità, pubblicità e marketing.

Avere il diritto di scrivere sui libri di scuola, ma anche su quelli di geografia internazionali, che la vetta del Monte Bianco è anche italiana e che  è parte del proprio territorio è evidentemente diverso dal non poterlo dire, o dal dirlo col dubbio che tutti gli altri stiano pensando che stiamo mentendo. I soliti italiani!

Poterlo pubblicizzare dà un valore aggiunto al prodotto turistico, di qualità ma anche a quello agroalimentare, dell’artigianato, dell’industia di articoli per lo sport.

Sono felice che il reality, con i suoi elicotteri svolazzanti sopra la cima per riprendere l’arrivo dei concorrenti, abbia fatto incazzare il sanguigno sindaco di Saint-Gervais e il suo collega di Chamonix. Dopo aver letto in rete pagine di improperi e distinguo filosofici e non, ecco un merito del reality Monte Bianco che forse ci porterà il pronunciamento di un tribunale sul diritto indiscutibile  dell’Italia alla sua parte di vetta.

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Un commento

  1. Non lasciamoci ingannare dalla bellezza del paesaggio…quando ci sono interessi gli abitanti e i confinanti sono pignoli , sempre con carte bollate in mano, documenti catastali che risalgono al medioevo e avvocati pronti.Picchetti di confine dappertutto , anche su fazzoletti di terra.Provate anche a parcheggiare ingenuamente e subito spunta il legittimo proprietario o uno che accampa diritti .Se però si paga tutto allora diventate “gentili ospiti turisti ” e vi fanno la sfilata in costume…con la banda.

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