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Reality Monte Bianco: sarà occasione di un messaggio educativo?

[:it]MILANO – “In merito al reality televisivo ‘Monte Bianco’, c’è da auspicare che ne venga fuori qualcosa di rispettoso per l’ambiente ed educativo riguardo alla sicurezza e alle tecniche di progressione in montagna. Il fatto che ci siano delle Guide Alpine che lavorano al reality per accompagnare i partecipanti, in questo senso è positivo: ho fiducia nelle Guide Alpine, in particolare in quelle valdostane, che ce la metteranno tutta per far passare il rispetto per le alte quote e il giusto approccio alla montagna”. Questa l’opinione di Cesare Cesa Bianchi, presidente delle Guide Alpine Italiane, in merito al reality televisivo “Monte Bianco”, prodotto da Rai2.

La risposta di Cesare Cesa Bianchi arriva a seguito delle polemiche sollevate dalla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle D’Aosta del Cai, insieme al Gruppo regionale Cai Piemonte, nei confronti del reality televisivo “Monte Bianco”.

“L’esperienza che abbiamo dei reality non ce li ha dipinti finora come programmi propriamente edificanti e culturalmente formativi – ha detto il presidente delle Guide Alpine Italiane -. Ma aspettiamo di vederlo: se sarà un prodotto fatto bene, magari mi ricrederò su questi programmi televisivi, se invece no, in ogni caso sono certo che le Guide Alpine Valdostane avranno fatto del loro meglio per trasmettere un messaggio giusto ed educativo. Se alla fine dovesse emergere un prodotto che abbia un minimo di qualità, che sia formativo sulle tematiche dell’ambiente, della sicurezza e della tecnica, potrà anche essere stata una cosa positiva, che passi il messaggio che con la dovuta preparazione è bello andare in montagna e può essere anche una vacanza alternativa”.

Concorda Cesa Bianchi con Umberto Martini, presidente generale del Cai, in merito al fatto che in televisione regnano spesso due stereotipi legati alle alte quote: “quello della montagna assassina o della montagna facile e accessibile da tutti, senza preparazione”.

“Che troppo spesso passi lo stereotipo della montagna assassina è più che reale – dice infatti il presidente delle Guide Alpine Italiane – e lo tocchiamo con mano ogni anno, soprattutto d’inverno. Esiste anche il rischio che la montagna sia vista come accessibile a tutti sempre e comunque, anche a gente impreparata, che va sul ghiacciaio in infradito, o senza alcun tipo di conoscenza, convinta che sia più utile prendere lezioni di tennis e andare in montagna da autodidatta anziché rivolgersi a un professionista da cui imparare. Il fatto che ci siano delle Guide Alpine nel reality fa sperare che invece passi il messaggio opposto”.

E a proposito di questo Cesa Bianchi risponde anche ad alcune affermazioni dei Cai Piemontese e Valdostano divulgate da alcuni giornali nei giorni scorsi.

“Le Guide Alpine sono professionisti che accompagnano ed insegnano ad andare in montagna a chi si rivolge a loro, sia che si tratti di clienti ‘vip’ sia che si tratti di un qualsiasi principiante. Quindi è del tutto gratuita e offensiva, oltre che infondata, l’idea che l’accompagnamento sul ghiacciaio di neofiti non sia di interesse delle guide. È esattamente il contrario”.[:]

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