Arrampicata

Psicobloc, arrampicare nel cuore dell’Amazzonia

1-Psicobloc (Photo courtesy Silvia Fabbi)
1-Psicobloc (Photo courtesy Silvia Fabbi)

MANAUS, Brasile — Poche prese autocostruite con resine e sabbia, qualche spit e un trapano: non occorre molto altro per fare di Manaus, megalopoli da due milioni di abitanti priva di montagne nel cuore dell’Amazzonia, un luogo a misura di climber. La locale community di arrampicatori sta nascendo ora ma conta già decine di appassionati, riuniti nel gruppo Facebook “Escalada Manaus”. Allenarsi non è facile: nell’immensa pianura alluvionale creata dal Rio delle Amazzoni dominano sabbia e friabile arenaria, davvero poco adatte all’arrampicata. Ma i giovani scalatori manauara (l’aggettivo che definisce gli oriundi di Manaus e dintorni) non si sono rassegnati e hanno iniziato da un lato a costruirsi muri di scalata in casa, dall’altro a battere la regione alla ricerca di rocce e falesie.

Alla fine la loro determinazione è stata premiata e a Presidente Figueiredo – località di 30.000 abitanti a un centinaio di chilometri a nord di Manaus, famosa per le oltre cento cascate sparse sul suo territorio – è spuntata quella che è stata ribattezzata “Psicobloc”, una falesia a picco su uno dei numerosi corsi d’acqua della regione, dominata da cascate e sorgenti. Qui Pablo Henrique Santos, PH per gli amici, ha chiodato proprio quest’anno le prime due vie della regione, classificate rispettivamente di VI (via do Psico, scalata senza corda nel 2011 e chiodata all’inizio del 2014) e V+, chiodata a metà novembre 2014. (foto numerate nel titolo: 1-2-3-4-5-6) Da non perdere, una volta arrivati in cima alla via, il tuffo ristoratore nelle acque del fiume sottostante.

Nato a Curitiba nello stato brasiliano di Paranà, Pablo Henrique è guida e istruttore certificato dall’Associazione delle guide dello stato di Rio de Janeiro. Cresciuto fra le montagne, PH ha iniziato a scalare nel 1986 seguendo le orme dello zio appassionato di scalata. Quando nel 2011 si è stabilito a Manaus, PH si è messo al lavoro affinché anche una terra piatta e senza rocce potesse diventare un luogo climber-friendly. E c’è riuscito, coagulando in pochi anni attorno a sé una community di arrampicatori appassionati e volonterosi. Tuttavia molti di loro non possiedono un’automobile, l’unico mezzo per raggiungere Presidente Figueredo. In città – manco a dirlo – di falesie chiodabili non c’è neanche l’ombra. Le uniche tre palestre di roccia dove praticare un po’ di boulder si trovano a poca distanza dalla spiaggia di Manaus denominata Ponta Negra. Qui PH ha aperto una trentina di linee, anch’esse però piuttosto difficili da raggiungere.

10- Pedra Do Sanduiche (Photo Silvia Fabbi)
10- Pedra Do Sanduiche (Photo Silvia Fabbi)

PH ha deciso così di utilizzare come parete il primo pilone del ponte sul Rio Negro. Nell’estate 2014 vi ha fissato alcune prese, creando finora otto vie di diversa difficoltà (alcune seguono lo spigolo del pilone, altre utilizzano il piano sul quale viaggiano le auto come tetto) (foto numerate nel titolo 7-8-9). “Ma ogni settimana ne costruiamo di nuove, ed è un fantastico lavoro di squadra” spiega PH, che ha anche esplorato il corso del Rio Negro a caccia di blocchi da boulder e rocce arrampicabili (foto numerata nel titolo 11). Una delle più spettacolari è la Pedra do Sanduiche, monumento naturale del Parco di Anavilhanas, che con la sua caratteristica forma di fungo consente scalate divertenti su arenaria offrendo anche un interessante e sfidante tetto ad un’altezza piuttosto considerevole…occorre farci attenzione! (foto numerata nel titolo 10)

Il 21 novembre 2014 PH ha organizzato la prima competizione di scalata di Manaus, all’interno della palestra Cia Athletica, struttura che oltre a tapis roulant e cyclette offre anche una parete larga appena cinque metri con alcune prese per l’allenamento. “Per utilizzarla però bisogna pagare l’intero abbonamento mensile alla palestra, che costa moltissimo perciò nessuno di noi se lo può permettere. Stiamo cercando di ottenere un prezzo agevolato per chi vorrebbe solo scalare, ma non è facile” spiega Lila Queiroz, geologa 25enne originaria della Bahia. Una trentina di partecipanti, una maglia dedicata e un buon successo per l’iniziativa è stato il battesimo del fuoco della prima “Desafio de escalada” di Manaus. “Non è facile mettere insieme i tasselli: palestra tradizionale, boulder autocostruito, falesie e blocchi da scoprire esplorando la regione. Ma la scalata è una delle attività più divertenti e a ben cercare anche l’Amazzonia può diventare il luogo ideale anche per un climber” conclude PH.

 

Silvia Fabbi

 

 

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