Alpinismo
Nives Meroi in ospedale: le foto
KATHMANDU, Nepal — Non perde il sorriso, Nives Meroi. Anche se è immobilizzata a letto, con un gesso che le blocca completamente la gamba che si è fratturata durante la frettolosa discesa dal campo base del Makalu. "Portarla giù è stato un inferno" racconta il compagno di spedizione Luca Vuerich.
"Ero sul ghiacciaio e mi ero riparato dal vento dietro un sasso – racconta Luca Vuerich -. Stavo aspettando Romano e Nives che non arrivavano, quando ho visto che i nostri cuochi tornavano indietro. Ho capito che qualcosa non andava, sono corso indietro e ho visto Nives seduta che piangeva dal male. Non riusciva più ad appoggiare il piede destro".
"Non avevamo nè cibo nè acqua – prosegue Vuerich – non potevamo fermarci. Per l’elicottero c’era troppo vento, o portatori non sarebbero arrivati prima di 4 giorni. Bisognava portarla a spalle. Io e Romano abbiamo lasciato i due zaini e l’abbiamo caricata a turno per brevi tratti. Il percorso era un inferno, su e giù per il ghiacciaio. Nel pomeriggio ci siamo fermati e abbiamo fatto scendere i cuochi a prendere del cibo. Intanto Manuel Lugli e la sorella di Nives organizzavano i soccorsi".
"Il giorno dopo abbiamo ricaricato Nives sulla schiena – conclude l’alpinista -. E’ stata molto dura arrivare all’Hillary base camp, in alcuni punti bisognava procedere a 4 zampe tra i sassi. Il giorno dopo, per fortuna, è arrivato l’elicottero a prelevarci".
L’alpinista tarvisiana si trova ancora ricoverata all’ospedale di Kathmandu, dove sono state scattate le foto che pubblichiamo in questa pagina. A trovarla è passata anche Miss Elizabeth Hawley con un enorme mazzo di fiori.
Nel frattempo, il suo team sta cercando di organizzare il rientro in Italia, di cui però non sono ancora stati decisi i dettagli.
L’incidente della Meroi è avvenuto quando l’alpinista aveva già detto addio per la seconda volta al sogno di salire il Makalu, che avrebbe dovuto diventare il suo undicesimo ottomila. Stavolta, a rovinare i piani, è stata una violenta bufera di vento che aveva distrutto il campo alto, la tenda mensa e il deposito di viveri e materiali.
Sara Sottocornola
Foto courtesy Repubblica.it