Alpinismo

Steck: la Nord dell’Eiger in 2 ore e 57

GRINDELWALD, Svizzera — Nuovo, incredibile record in solitaria sulla parete Nord dell’Eiger. Firmato ancora dal fuoriclasse svizzero Ueli Steck. Stavolta, l’alpinista è arrivato in vetta nello sbalorditivo tempo di 2 ore, 57 minuti e 33 secondi. Abbassando di oltre un’ora il suo stesso record, siglato nel 2007. 

La notizia ha bucato le cronache nelle scorse ore. Lo stesso Steck ha dato la notizia sul suo sito poco dopo la salita, effettuata il 13 febbraio.
 
"Sapevo di avere il potenziale per abbassare il record – racconta Steck -. Così sono tornato sull’Eiger durante l’allenamento per la prossima spedizione all’Annapurna. E sono riuscito a migliorare il mio tempo".
 
Certo Steck, su quella parete, ci è praticamente cresciuto. L’ha salita 23 volte, ha aperto due vie nuove e questa è la decima salita lungo la storica via Heckmair. Insomma, ha una certa confidenza con quella che fino a non molti anni fa sembrava, alla maggior parte degli alpinisti, una trappola mortale.
Ma come è riuscito ad abbassare di tanto il tempo di salita? Un’ora in meno, per salite di questo genere, è praticamente un’eternità.
 
"Ho cambiato tattica – racconta l’alpinista svizzero -. A differenza dell’anno scorso, non ho usato nessuna corda durante la salita. Avevo solo un imbrago e un cordino. In totale, 3 chili in meno di materiale. Se si calcola che sono anche dimagrito di 5 chili dal 2007, è evidente che stavolta sono salito molto più leggero". 
 
Steck racconta anche di aver trovato buone condizioni sulla parete, in basso molto carica di neve ma pulita nei passaggi più difficili. "Ho vinto la mia personale battaglia contro me stesso" è l’ultimo, soddisfatto, commento dell’alpinista svizzero. Che ora prosegue il suo cammino verso l’Himalaya.
 
A quanto pare, infatti, Steck vuole tornare sulla Sud dell’Annapurna dove l’anno scorso voleva aprire una nuova via, in solitaria e in stile alpino. La spedizione si era però conclusa con una dolorosa rinuncia, dopo che l’alpinista era stato colpito da una scarica di pietre durante la salita.
 
Sara Sottocornola

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