Alpinismo
Brenna e Barmasse vincono il Piergiorgio
EL CHALTEN, Patagonia — E’ finita. Bene. La Nordovest del Cerro Piergiorgio è vinta. La maledizione di quella vertiginosa parete, che da decenni respingeva una cordata dopo l’altra, è stata finalmente infranta. A compiere il miracolo, il valdostano Hervè Barmasse e il Ragno di Lecco Cristian Brenna, che firmano, con questa salita, una bellissima pagina della storia dell’alpinismo.
In attesa dei particolari, che arriveranno nelle prossime ore dagli alpinisti che stanno ritornando a El Chalten, c’è stato un un tam tam di messaggi dalla Patagonia alla famiglia di Barmasse in Italia. Un tam tam che ha percorso migliaia di chilometri raccontando la splendida impresa compiuta laggiù.
Secondo quanto trapelato finora, Barmasse e Brenna hanno sferrato l’attacco decisivo alla Nordovest nei giorni scorsi. Dopo l’incidente di una settimana fa, quando il fungo sommitale è crollato sulla cordata in salita ferendo alle mani il loro compagno Giovanni Ongaro, i due alpinisti sono tornati sotto la parete per approfittare dell’eccezionale bel tempo che quest’anno "bacia" la Patagonia.
"Gli servono un paio di giorni di bello al massimo – ci raccontava proprio Ongaro non più di qualche ora fa -. Abbiamo scavato una cueva sotto la parete per sfruttare ogni ora di bello. Possono partire da lì e bivaccare nella nicchia o sulla cengia sopra il camino dove ci stavamo dirigendo quando è crollato addosso il fungo di ghiaccio. Magari mentre siamo al telefono loro hanno fatto la cima!".
Incredibile ma vero, il pensiero di Ongaro – rientrato l’altro ieri in Italia per curare le ferite alle mani – si è avverato. Dopo anni, anzi decenni, di incidenti, rinunce e fallimenti, quei mille metri di granito verticale hanno finalmente visto un successo.
Anzi, il successo. Pienamente meritato da questi tre ragazzi che, con invidiabile tenacia, da ben tre anni facevano la corte alla leggendaria big wall. E che alla fine ne hanno avuto ragione.
Appuntamento alle prossime ore per ulteriori dettagli sulla storica salita.
Sara Sottocornola
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