AlpinismoAlta quota

Valanga allo Shisha Pangma, nessuna speranza per Zambaldi e Haag

Benedikt Böhm, Sebastian Haag e Andrea Zambaldi in una foto scattata a Kathmandu (Photo Expedition Double 8)
Benedikt Böhm, Sebastian Haag e Andrea Zambaldi in una foto scattata a Kathmandu (Photo Expedition Double 8)

UPDATED (26/09) – LHASA, Tibet — “Sebastian e Andrea sono spariti con la valanga e i loro corpi non sono stati ritrovati”. Questa la dichiarazione comparsa ieri sera sul sito della spedizione “Double 8 Expedition” che comunica il tragico esito della valanga abbattutasi sugli alpinisti che mercoledì tentavano la cima dello Shisha Pangma. A breve sono attesi nuovi aggiornamenti.

Le poche informazioni sull’incidente sono arrivate ieri pomeriggio direttamente da Dynafit e più tardi sono state pubblicate sul sito ufficiale della spedizione. La valanga è scesa il 24 settembre, giorno del tentativo di vetta dello Shisha Pangma (8027 metri). Stavano salendo Benedikt Böhm, Sebastian Haag e Andrea Zambaldi, i tre alpinisti della “Double 8 Expedition” che aveva come scopo la scalata in velocità e senza ossigeno di Shisha Pangma e Cho Oyu, con trasferimento tra un ottomila e l’altro in bicicletta. A loro si erano aggiunti Ueli Steck e la Guida alpina di Monaco Martin Maier.

Il distacco si è verificato poco prima delle 7, ora locale, a cento metri dalla vetta: se si trattava della cima vera dello Shisha Pangma (alta 8027 metri) è possibile che sia avvenuto sul traverso che divide la cima centrale dalla cima principale, ma l’informazione è ancora in attesa di conferma.

“Se si trovavano sotto la cima vera probabilmente erano al traverso, che non è un tratto tecnicamente difficile ma è molto pericoloso – ci ha spiegato Silvio “Gnaro” Mondinelli a cui abbiamo chiesto informazioni sulla salita -. Io sono tornato indietro 3 volte su quel traverso, per paura che si staccasse una valanga. Mi dispiace molto per questi ragazzi”.

I 5 alpinisti avevano iniziato la scalata verso la vetta in momenti diversi. Mentre Böhm e Steck partivano insieme dal campo base avanzato (5600 metri), Haag si trovava già a campo 1 (6300 metri), Maier e Zambaldi a campo 2. Poi si erano riuniti a circa 7100 metri di quota all’una del mattino, ora locale, del 24 settembre, e alle 2 erano a campo 3 a 7300 metri.

Shisha Pangma (Photo Dirk Groeger wikipedia commons)
Shisha Pangma (Photo Dirk Groeger wikipedia commons)

Haag, Zambaldi e Maier procedevano per primi quando alle 06:55 del mattino si è staccata la valanga a circa 7900 metri di quota. Böhm e Steck hanno immediatamente chiamato il campo base mentre scendevano a campo 3 lungo la stessa via di salita per cercare di attraversare la zona della valanga. Per più di quattro ore i due alpinisti hanno tentato di avvicinarsi alla zona della valanga da diversi lati, ma sono dovuti tornare indietro poichè non c’era alcun accesso.

Haag e Zambaldi sono stati trascinati dalla distacco e sarebbero precipitati per 600 metri, finendo in una zona molto stretta e difficile  da raggiungere per l’elicottero. Maier è sopravvissuto ed è riuscito ad uscire in autonomia dalla massa nevosa e a raggiungere campo 3. É stato raggiunto e soccorso da un team di sherpa con cui è sceso al campo base.

Al momento non si conoscono le sue condizioni né è stata data alcuna notizia ufficiale sulle ricerche dei corpi dei due alpinisti.

Andrea Zambaldi 32 anni lombardo d’origine, ma cresciuto a Verona e residente a Bolzano, aveva salito diverse cime dell’America meridionale, tra cui l’Aconcagua e l’Alpamayo, aveva alle spalle numerose spedizioni scialpinistiche nel nord Europa e Nord America. Era allo Shisha Pangma già nel 2008, e aveva tentato il Makalu nel 2006. Sebastian Haag e Benedikt Böhm, amici e compagni di numerose spedizioni, erano sopravvissuti il 23 settembre del 2012 alla valanga al Manaslu sotto cui erano morte 11 persone. Erano stati anzi tra i primi a dare aiuto ai sopravvissuti di quella tragedia, tra cui appunto Gnaro Mondinelli.

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