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Dalai Lama: non sono qui per far politica

 

MILANO — "Non voglio creare problemi, la mia non è una visita politica". Così il Dalai Lama ha aperto ieri la conferenza stampa tenuta a Milano, in occasione della sua discussa venuta in Italia. Ma durante l’incontro con Roberto Formigoni, in Regione Lombardia, ha sottolineato che "l’Occidente ha la responsabilità morale affinché la Cina rispetti la democrazia".

Dopo tante discussioni e imbarazzi politici, il Dalai Lama è finalmente arrivato in Italia. Ha incontrato la stampa, poi il presidente della Regione Lombardia, e ora proseguirà nel suo viaggio che farà tappa a Torino, Roma e Udine. Senza incontrare, però, nè Papa Ratzinger nè fare interventi al Governo.

 
"Mi dispiace di non poter incontrare Papa Ratzinger – ha detto Tenzin Gyatso -. Non importa per il governo. La natura della mia visita non è politica, non voglio creare problemi". E così, il leader tibetano stempera le polemiche e rilancia, in un clima di serenità, riflessioni sulla pace e sulla democrazia.
 
In questo contesto non risparmia critiche al governo cinese. "La Cina mi demonizza – avrebbe dichiarato nel corso dell’incontro con Formigoni – e così fa anche con coloro che mi incontrano. Mi ha accusato di separatismo e ha rafforzato la repressione. Ma il terrore non aiuta nessuno. E la comunità mondiale, cui la Cina tiene molto ad entrare, ha la responsabilità morale di farle rispettare la democrazia". 
 
Segnaliamo, inoltre, che la visita del Dalai Lama a Milano è ad "Impatto Zero" sull’ambiente: come previsto dal progetto di LifeGate, tutte le emissioni di anidride carbonica generate dall’evento (stimate in circa 20 mila chilogrammi) saranno compensate tramite la riforestazione di oltre 46 mila metri quadrati di aree boschive in Costa Rica.

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