Cronaca

Dolomiti di Sesto, persone in difficoltà su Tre Cime di Lavaredo e Monte Paterno


Tre cime di Lavaredo (Photo Luca Lorenzi courtesy of Wikimedia Commons)
Tre cime di Lavaredo (Photo Luca Lorenzi courtesy of Wikimedia Commons)

AURONZO DI CADORE, Belluno — Nottata intensa per i soccorritori sulle Dolomiti di Sesto impegnati in ben due interventi di recupero. Dapprima il Soccorso Alpino è intervenuto nella zona del Monte Paterno (2746 metri) per una famiglia tedesca in difficoltà, mentre questa mattina l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato per soccorrere due alpinisti polacchi bloccati per l’intera notte nella parte finale dello Spigolo Dibona, sulle Tre Cime di Lavaredo.

“Ieri sera attorno alle 21 – riporta il comunicato stampa del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – la Stazione del Soccorso alpino di Auronzo è stata allertata dal 118 per un’emergenza sulle Tre Cime di Lavaredo. Due alpinisti polacchi erano infatti rimasti bloccati alla fine dello Spigolo Dibona, versante nord della Cima Grande, incapaci di trovare l’uscita.

Poco dopo, in una seconda telefonata, si chiedeva aiuto, sempre in tedesco e sempre sulle Tre Cime. Parlando con l’interlocutore i soccorritori hanno però capito che si trattava di due situazioni diverse: nel secondo caso, padre, madre e due figlie di 15 e 12 anni della Germania erano in difficoltà non sulle Tre Cime, bensì sulla ferrata del Paterno, dicevano all’altezza circa della Forcella del Camoscio (2650 metri).

Contattati direttamente, i due alpinisti hanno detto ai soccorritori di essere attrezzati a bivaccare in parete e poter aspettare l’intervento all’alba, visto che le squadre a piedi avrebbero in ogni caso impiegato diverse ore per risalire sulla normale e calarsi. Undici soccorritori, compresa la Forestale, sono quindi partiti per il Sentiero delle forcelle, o ferrata Innerkofler, che dal Paterno porta al Rifugio Pian di Cengia (2528 metri), per raggiungere la famiglia tedesca.

I quattro escursionisti, probabilmente sbagliando a leggere la relazione, erano partiti alle 16 dal Rifugio Auronzo (2320 metri), convinti di completare l’anello in 3 ore e rientrare, mentre in realtà per il giro completo ce ne vogliono almeno il doppio. Arrivate in jeep a Forcella Lavaredo (2454 metri), le squadre hanno poi proseguito a piedi. Giunte a Forcella del Camoscetto, hanno ritrovato la famiglia provata dal vento freddo e dalla stanchezza, senza abbigliamento adatto alle temperature e con le bambine impaurite.

I soccorritori hanno prima dato loro indumenti per coprirsi e bevande calde poi, una volta assicurati alle corde, i 4 escursionisti sono stati aiutati a ripercorrere la strada già fatta, più breve rispetto alla scelta di proseguire, fino a forcella Lavaredo e poi in jeep al Rifugio Auronzo. L’intervento si è concluso verso le 2:30.

Questa mattina, invece, appena la nebbia lo ha permesso, alle 7 circa è decollato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore in direzione della Cima Grande di Lavaredo. I due alpinisti polacchi, di 37 e 42 anni, si trovavano una cinquantina di metri sotto la Cengia anulare, che ieri sera non erano riusciti a individuare. Recuperati con un verricello di 20 metri, sono stati trasportati al rifugio Auronzo.”

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