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L’orso “dannoso” potrà essere abbatuto, la delibera trentina che fa discutere

Orso (Photo Fritz Geller-Grimm courtesy of Wikimedia Commons)
Orso (Photo Fritz Geller-Grimm courtesy of Wikimedia Commons)

TRENTO — Un plantigrado che causi ripetutamente danni a mandrie o colture potrebbe essere abbattuto. Si tratta di una modifica del Piano d’azione interregionale per la gestione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) che attende l’approvazione del Ministero dell’Ambiente. Se la modifica, promossa in primo luogo dalla Provincia di Trento, fosse approvata, l’abbattimento di un plantigrado dipenderebbe per la prima volta da fattori che non riguardano il pericolo diretto per l’essere umano.

A distanza di sette anni dall’approvazione del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace), la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha ritenuto opportuno aggiornare il Piano con alcune integrazioni di carattere tecnico e organizzativo.

Tale aggiornamento è contenuto in una delibera della Giunta trentina, a firma dell’assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca Michele Dallapiccola, approvata negli scorsi giorni. “Se da una parte il progetto di reintroduzione degli orsi ha rappresentato un’attrattiva, siamo anche consapevoli delle difficoltà che talvolta comporta per i danni al bestiame. Un lavoro approfondito di monitoraggio effettuato nel 2013 ci ha portati a formulare questa proposta” ha dichiarato Dallapiccola all’Ansa.

Nella modifica al Piano, presentata dalla Giunta, è indicato che i plantigradi che arrechino, ripetutamente, gravi danni a patrimoni non efficacemente difendibili con misure di prevenzione, come ad esempio il patrimonio zootecnico bovino in specifici contesti ambientali sarebbero definiti “orsi dannosi”. Restano incerti al momento i parametri quantitativi e qualitativi che autorizzino oggettivamente l’adozione della definizione. Ad ogni modo qualora un esemplare sia classificato come tale, potrebbe essere catturato o addirittura abbattuto.

Spetta ora al Ministero dell’Ambiente, che si sarebbe già espresso favorevolmente durante la stesura della modifica, approvare la delibera attraverso l’adozione formale del Piano d’azione. In caso di approvazione, l’orso per la prima volta potrebbe essere abbattuto nel caso commetta ripetuti danni a mandrie o colture, mentre finora l’abbattimento è considerato e consentito solo nel caso l’esemplare si dimostri un pericolo per l’essere umano.

Dall’Alpago, dove un orso nelle ultime settimane ha attaccato numerose mucche e pecore, è già arrivato il primo plauso alla modifica. “Siamo pronti, se varrà anche per l’Alpago ed il Cansiglio l’accordo interregionale raggiunto a Trento» avrebbe affermato al quotidiano Corriere delle Alpi Franco Pianon, presidente della cooperativa di allevatori Fardjma. Assolutamente contraria, invece, la Lega Anti Vivisezione (Lav) che promette di fare ricorso e si appella al Ministero dell’Ambiente affinchè respinga la modifica proposta dalla Provincia di Trento.

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4 Commenti

  1. Se erano consapevoli dei rischi per il bestiame e mandrie ecc. dovevano fare a meno di cercare di reintrodurlo e farlo solo per attrattiva o quant’altro.

  2. La definizione di “orsi dannosi “ mi fa proprio ridere , ( per meglio dire mi fa piangere) – La vicenda mi sembra una partita a Ping Pong tra incompetenti ( reintroduzione … abbattimento … abbattimento … reintroduzione … ecc . ecc ) e, come diceva Totò : “ e io paaaago”

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