Alpinismo

Annapurna: incredibile solitaria sulla Sud?

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LUBJANA, Slovenia — La notizia non è ancora confermata. Ma se lo fosse, sarebbe una delle imprese più spettacolari di quest’anno. Si tratta della salita autunnale, in solitaria, della terribile parete Sud dell’Annapurna, portata a termine dall’alpinista sloveno Tomaz Humar domenica scorsa.

L’impressionante parete Sud dell’Annapurna domina l’anfiteatro dell’Annapurna Sanctuary. Considerata una delle più difficili pareti Himalayane, si alza per 3.000 metri quasi in verticale ed è molto pericolosa per le continue ed enormi scariche di neve e valanghe.
 
La notizia della sua salita in solitaria è stata diffusa nelle scorse ore dall’agenzia Asian Trekking. Il fondatore dell’agenzia, Ang Tshering Sherpa – tra l’altro presidente della Nepal Mountaineering Association – avrebbe ricevuto una telefonata satellitare dall’alpinista che dalla montagna annunciava il successo dell’impresa.
 
Non c’è ancora alcun dettaglio, però, nè sullo stile nè sull’itinerario scelto per la salita.
Certo è che si tratterebbe in ogni caso di un’impresa coraggiosa e difficile, date le caratteristiche della parete, che ben pochi alpinisti osano affrontare. Ueli Steck aveva tentato di salirla in solitaria, in stile alpino e in velocità, la primavera scorsa, ma aveva rinunciato dopo essere stato colpito alla testa da una scarica di sassi.
 
Humar, 38 anni, ha firmato numerose salite e prime salite di valore su montagne come l’Ama Dablam (per cui ha ricevuto il Piolet d’Or), il Lobuche Peak, il Nuptse West e la Sud dell’Aconcagua. Storico anche il suo tentativo di via nuova, in solitaria, sulla vertiginosa parete Sud del Dhaulagiri.
 
Di recente è stato protagonista delle cronache per la tragica avventura vissuta sul Nanga Parbat nel 2005. Mentre tentava di aprire in solitaria una via nuova sul versante Rupal, si è trovato bloccato dalla bufera e dalle valanghe in una zona crepacciata. Non potendo nè scendere nè salire, è rimasto lì, in una angusta truna, per sei lunghi giorni, salvandosi poi per miracolo.
 
Sara Sottocornola

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