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Incidenti in montagna, 5 morti nel fine settimana tra Lombardia, Alto Adige e Veneto

Il Monte Macaion (Photo courtesy of Eppan.com)
Il Monte Macaion (Photo courtesy of Eppan.com)

BERGAMO — Un bollettino di guerra: il primo fine settimana di luglio ha fatto contare in tutto sei vittime in montagna. Oltre all’alpinista trentino deceduto sul Cimone, infatti, una coppia di escursionisti è morta in Val Chiavenna, due uomini hanno perso la vita in due distinti incidenti sulle montagne vicentine e un altro è deceduto in val di Non.

Tragica la vicenda di un uomo di 69 anni e una donna di 64, usciti ieri per un’escursione alpinistica insieme ad altre tre persone nella zona del Gruppo Pizzaccio, a 2500 metri, nel territorio del comune di San Giacomo Filippo in provincia di Sondrio, sopra l’alpeggio Lendine. I due, che secondo quanto riferisce il Soccorso alpino erano anche ben equipaggiati, mentre si trovavano a una cinquantina di metri dalla cima, lungo un tratto di sentiero esposto, sono stati travolti da un grosso masso staccatosi dalla montagna. Precipitati per circa 150 metri, sono morti sul colpo. I compagni hanno subito dato l’allarme: sul posto sono arrivate la Guardia di finanza e l’eliambulanza del 118, partita da Como. L’intervento per il recupero dei corpi è cominciato alle 11,50 e si è concluso alle 14,30.

Non si conoscono ancora le cause precise, invece, dell’incidente che è costato la vita ad Anton Wieser, contadino 55enne originario di Andriano, in provincia di Bolzano. L’uomo era salito in cima al vicino Monte Macaion, 1.866 metri, con un gruppo di amici, per un’escursione considerata di difficoltà medio bassa. Per motivi ancora da accertare, l’uomo, dopo aver raggiunto la croce di vetta, si è allontanato dalla comitiva ed è caduto. I compagni lo hanno cercato a lungo, allertando anche gli uomini del Soccorso alpino, i vigili del fuoco volontari della zona ed i carabinieri. Il cadavere è stato ritrovato nella notte in fondo ad un dirupo.

Anche Vittorio Corà, 53 anni, originario di Asiago, è morto ieri a causa di una caduta, scivolando su una scarpata laterale erbosa dell’altopiano. I familiari dell’uomo, partito ieri lungo un sentiero in località Castelletto, non vedendolo rientrare hanno dato l’allarme. Il corpo senza vita è stato trovato dagli uomini del Soccorso Alpino sotto un salto di roccia di una cinquantina di metri, a Rotzo, estremità occidentale dell’altopiano. Difficile il recupero della salma, a causa della vegetazione intricata. Dopo aver tentato invano di raggiungere la vittima partendo dal basso, nella notte i soccorritori hanno deciso di calarsi dall’alto sulla verticale. Ricomposta, la salma è stata sollevata verso l’alto con un paranco. E’ probabile che l’uomo sia inciampato e scivolato sull’erba per qualche metro, fino a cadere nel vuoto e morire per i traumi.

Sempre in provincia di Vicenza, più precisamente nella Valle del Chiampo al confine con le province di Verona e di Trento, è avvenuto l’ultimo incidente mortale del weekend. Padre e figlio si trovavano ieri pomeriggio al rifugio Bertagnoli, che sorge a 1225 metri di quota sul versante della catena delle Tre Croci. Il genitore è partito per una passeggiata e a sera è scattato l’allarme per il mancato rientro. I tecnici del Soccorso alpino di Recoaro-Valdagno stavano arrivando sul posto quando è arrivata la segnalazione di un passante che aveva rinvenuto il corpo senza vita dell’uomo scomparso. Da una prima ricostruzione, l’escursionista potrebbe essere scivolato in un tratto del sentiero dove una frana ha compromesso la stabilità dell’itinerario, finendo in un dirupo e rotolando per un centinaio di metri. I soccorritori hanno raggiunto la salma del 79enne dall’alto e, dopo averla imbarellata, l’hanno calata fino al sentiero sottostante, per poi trasportarla alla strada e affidarla al carro funebre.

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