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K2: italiani e paskistani gli unici verso campo 2. Una nuova generazione di alpinisti pakistani alla ribalta

K2 60 anni dopo, alpinisti in salita verso i campi alti
K2 60 anni dopo, alpinisti in salita verso i campi alti

CAMPO BASE DEL K2, Pakistan — Sono tre notti durante le quali un forte vento termico scuote le tende, oggi anche una copertura nuvolosa in quota preannuncia un imminente peggioramento delle condizioni. Il “pesce” si e’ formato sulla cima della montagna che rimane oggi completamente coperta.

Ieri sera nella tenda mensa abbiamo consumato una cena tutti assieme pakistani e italiani a base di riso e spezzatino di yak, tutto veramente buono! Poi il budino di un colore rosa shocking infine canzoni balti accompagnate dal tamburo (una tanica vuota di kerosene).

Il clima si e’ riscaldato e si è anche iniziato a ballare con quei caratteristici movimenti delle braccia e delle mani che conosco ormai bene. L’ ultima canzone è stata quella augurale che viene cantata prima della partenza di un gruppo di alpinisti: si perché questa mattina alle 4, quattro alpinisti pak e i due Italiani Simone e Michele sono partiti per provare a raggiungere il campo due.

Quest’anno al K2 i giochi sono chiari e diversi dal solito. Quelli che lavorano sulla montagna siamo noi le altre spedizioni aspettano e la spedizione nepalese con molti sherpa e le tre donne che tentano la cima si attarda lungo il trekking, lasciando di fatto tutto il lavoro a noi. Normalmente gli sherpa venivano sugli 8000 del Karakorum per attrezzare le vie e non si fidavano dei portatori d’alta quota pakistani. Il vento è cambiato!

Il nuovo mattino dell’alpinismo pakistano sta sorgendo! Sono emozionato e ripenso a tutto l’impegno che abbiamo profuso in questi anni per insegnare tecniche alpinistiche, per cercare di cambiare la mentalità di questi poveri e trascurati portatori, rendendoli consapevoli della loro dignità di alpinisti che per loro vuol dire anche autostima e riconoscimento sociale.

Per me forse questa sarà l’ultima volta al K2 , ma sono sicuro che il sogno di vedere nascere una nuova generazione di alpinisti “locals”, ormai è lanciato e non si fermerà più. Sono profondamente contento e soddisfatto anche di tutti gli sforzi fatti per far capire quanto importante sia tenere pulite le montagne, queste montagne fra le più belle del mondo e che dovranno rimanere tali quando i trekkers e gli alpinisti torneranno numerosi. Un po’ il testamento del “capitan della compagnia” pieno di fiducia nel futuro , quella fiducia che ho visto negli occhi e sentito nella stretta di mano forte e coraggiosa quando oggi all’alba sono partiti per la montagna.

Leggendo nelle memorie del ’54 gli alpinisti italiani si lamentavano dei portatori pakistani che lavoravano solo per soldi e non avevano nessun interesse per la salita verso la cima: ecco oggi posso affermare con orgoglio che dopo 60 anni non è più così: sta crescendo una nuova generazione di veri e bravi alpinisti pakistani!

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Un commento

  1. Bello questo articolo, fa piacere che un investimento mirato e a lungo termine come questo inizi a dare i frutti. Non è mai scontato quando si tratta di uomini.
    Speriamo che da tutto questo se ne giovi la cultura della montagna, cioè l’avere il massimo rispetto per la natura e per chi in futuro vorrà goderne le bellezze.

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