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Groenlandia, la “nuova corsa all’oro”

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NUUK, GROENLANDIA — I mutamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacciai stanno aprendo – paradossalmente – nuove prospettive di guadagno economico dalle parti del Mar Artico. Sull’isola arrivano i cercatori di diamanti e oro, mentre i cacciatori Inuit si stanno trasformando in guide turistiche.

In questi mesi è assai difficile trovare un elicottero da affittare in Groenlandia. E in questo Paese l’uso di tale mezzo non è uno sfizio da ricchi, ma spesso una necessità, visto la mancanza di strade e le immense distese di ghiaccio che impediscono i collegamenti tra una località e l’altra.
 
Ma come è possibile che si faccia la coda per trovare un elicottero? La scarsità è dovuta alla “corsa ai diamanti” che si è scatenata recentemente. Cercatori da ogni dove, ma soprattutto dagli Stati Uniti, sperano di diventare ricchi grazie a qualche eclatante scoperta. I cercatori hanno iniziato a setacciare vaste aree della Groenlandia sulle quali i ghiacci si stanno ritirando velocemente, portando allo scoperto rocce da sempre nascoste alla vista dell’uomo.
 
La nuova corsa alla ricchezza si è scatenata soprattutto da quando, questa estate, si è sparsa la voce della scoperta di un diamante da 2,4 carati in prossimità del Lago Carnet, che si trova nella parte occidentale dell’isola. Ma questo è solo l’ultimo dei 236 diamanti portati alla luce di cui si ha notizia finora. E le prospettive in tal senso sono davvero buone, visto che l’area dovrebbe avere una geologia simile a quella nord orientale del Canada, dove è nota l’esistenza di diamanti.
 
Ma recentemente si è fatto avanti un altro potenziale richiamo: l’oro, che è già stato scoperto in diverse località e in alcune delle quali sono già state aperte delle miniere. Inoltre anche lo zinco sta facendo da richiamo a società minerarie  e numerose richieste per la ricerca del petrolio stanno arrivando al governo del Paese, visto che si ipotizza che ve ne dovrebbe essere in grande quantità di fronte alle coste dell’isola, dove i ghiacci sembrano ritirarsi a vista d’occhio.
 
Dunque qualcosa di rivoluzionario sta intaccando la Groenlandia, una delle aree del pianeta che più di altre sta subendo profondi cambiamenti in seguito alla variazioni climatiche e non sempre è a favore della popolazione Inuit che vive sull’isola.
 
Tutto è cambiato: i paesaggi, il clima, gli ecosistemi e per la maggior parte degli eschimesi della Groenlandia, gli Inuit, è difficile stare al passo con tutto ciò, loro che vivono da millenni a
strettissimo contatto con la natura, la quale, quando è cambiata nel passato, è mutata molto lentamente. Oggi invece, tutto corre molto velocemente, al punto che a volte anche per gli stessi Inuit diventa difficile capire la consistenza del ghiaccio con cui hanno da sempre avuto a che fare.
 
Da sempre la caccia è stato l’elemento centrale della cultura Inuit, ma negli ultimi anni il numero dei cacciatori si è più che dimezzato. E proprio il cambiamento climatico è la causa di ciò. Solo 20 anni fa i turisti lungo le coste della Groenlandia erano piuttosto rari, perché i fiordi attorno alla grande isola erano bloccati dai ghiacci fino a luglio inoltrato. Ma oggi essi sono navigabili già da aprile, maggio. E ciò sta attirando turisti come non mai.
 
Se solo una decina di anni fa nessuno avrebbe immaginato un crociera tra i fiordi groenlandesi ora sono già 8 le navi che fanno spola tra iceberg e ciò che il mare ha conquistato alla terra al ritiro delle lingue di ghiaccio che si appoggiavano su di esso.
 
“Si potrebbe dire a ragione che gli Inuit della Groenlandia sono il primo popolo ad essersi adattato ai cambiamenti climatici. La gente, qui, è determinata a sviluppare una forma di turismo sostenibile che non faccia a pugni con le loro tradizioni e nel pieno rispetto dell’ambiente in cui vivono”, ha detto Jacqueline McGlade, direttore della European Environmental Agency.
 
E così quei cacciatori sono diventati guide perché il turismo bussa alle porte e, prepotentemente, è diventato parte della vita degli Inuit che sembra la strada per facili guadagni. Ora sono gli stessi cacciatori ad impedire qualsiasi forma di caccia. Nessun trofeo, dicono, né di foca, né di orso bianco.
 
E hanno trovato il modo di rendere ospitale la Groenlandia per tutto l’anno. In autunno e in inverno, ora che la temperatura media di quei mesi è salita anche di 3° centigradi, portano gli ospiti paganti sui cani da slitta o a caccia di pesce (per mangiare, si intende), mentre in primavera e in estate il turista può assistere alla caccia delle foche, dei narvali e dell’orso bianco, da parte degli Inuit stessi, però.
 
Luigi  Bignami
 
Foto courtesy Greenpeace.com

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