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Incidenti in Valchiavenna, in Val Passiria e sul Jof Fuart: 3 morti

Dietro al rifugio Bertacchi - Valchiavena (Photo d'archivio)
Dietro al rifugio Bertacchi – Valchiavena (Photo d’archivio)

MADESIMO, Sondrio — Tre persone hanno perso la vita lo scorso weekend in tre diversi incidenti, verificatisi sull’Arco alpino. Il primo è successo sabato vicino al Lago d’Emet e al rifugio Bertacchi, in Valchiavenna, dove è morto un escursionista di Milano. Gli altri due risalgono a ieri: un alpinista è precipitato mentre saliva un canale nel gruppo del Jof Fuart, nelle Alpi Giulie, mentre un’altra persona è annegata cadendo in una cascata in Val Passiria.

L’incidente in Valchiavenna è accaduto sabato nel primo pomeriggio. Secondo quanto riferisce il Soccorso alpino lombardo la vittima, un 45enne di Milano, stava camminando nelle vicinanze del Lago d’Emet, a circa 2000 metri di quota, nei pressi del rifugio Bertacchi. Pare che fosse in compagnia di un amico quando è scivolato sulla neve, finendo in un canale ripido che terminava con una cengia.

La morte sarebbe stata provocata dai traumi riportati nella caduta. L’allarme è stato dato intorno alle 14 da un altro gruppo di escursionisti che si trovava sul posto al momento: il recupero è stato effettuato dall’elicottero del 118 di Sondrio con l’aiuto dei tecnici della Stazione di Madesimo e della Guardia di Finanza.

Un alpinista è morto ieri sulle Cime Castrein, 2502 metri nel gruppo dello Jof Fuart. “Era con 4 amici – ci ha spiegato Cristiano Martucci, gestore del Rifugio Guido Corsi -, non sono passati dal rifugio. L’incidente è avvenuto poco sotto la cima in un canale fuori sentiero, un canale all’ombra. Anche se faceva molto caldo, la neve era perfetta per salirla con ramponi e piccozza, la pendenza non era estrema”.

Rifugio Guido Corsi (Photo JakobZ - Wikipedia)
Rifugio Guido Corsi (Photo JakobZ – Wikipedia)

La vittima sarebbe morta nella caduta. Sul posto sarebbero intervenuti gli uomini del Soccorso alpino e quelli della Guardia di finanza di Sella Nevea che hanno constatato il decesso e recuperato il corpo. Nei canali c’è ancora molta neve, ci ha spiegato Martucci, che ha voluto lanciare anche un appello.

“Consiglio sempre a tutti di fare una telefonata ai rifugisti che sono i primi a conoscere le condizioni della montagna e possono dare utili consigli – ha detto il gestore del Rifugio Guido Corsi  -. Non è necessario consumare al rifugio per avere informazioni. I gestori sono a disposizione, noi non guardiamo la consumazione, ma visto che abbiamo scelto questo stile di vita vogliamo il bene degli escursionisti: io per esempio forse sono l’unico a dare gratuitamente i caschetti a quelli che vogliono fare un’escursione allo Jof Fuart, perché se uno stambecco passa più in alto sopra al sentiero in cui si trovano loro, è pericoloso,  arriva in testa una scarica di sassi. Basta essere prudenti”.

Le ricerche dell'uomo annegato in Val Passiria (Foto VVFF BZ - www.altoadige.gelocal.it)
Le ricerche dell’uomo annegato in Val Passiria (Foto VVFF BZ – www.altoadige.gelocal.it)

Un altro incidente mortale si è verificato in Val Passiria, in una cascata nelle vicinanze dei boschi di Valclava, frazione di San Martino. La vittima è un 40enne di Merano che si trovava in montagna con un amico: l’uomo sarebbe precipitato per una trentina di metri per essersi sporto troppo dal salto di roccia. L’allarme sarebbe stato dato dal compagno intorno alle 13: secondo quanto riferito dal giornale l’Alto Adige, dopo due ore di ricerche il soccorso alpino ha ritrovato il corpo, annegato nel torrente colmo di acqua.

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