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Quanta neve cade sulle montagne del mondo? Sul ghiacciaio dei Forni si “pesa” col Progetto Wmo-Spice

Stazione AWS al Ghiacciaio dei Forni – progetto Spice

SANTA CATERINA VALFURVA, Sondrio — Ha preso il via presso la stazione Share del ghiacciaio dei Forni la fase operativa del Wmo-Spice, il progetto che confronta le precipitazioni nevose in 20 luoghi significativi del Pianeta – dall’Australia alla Russia, dalla Cina al Canada – ai fini di creare una rete di monitoraggio e confrontare le diverse metodologie utilizzate nella raccolta dei dati. Sono stati infatti installati, nei giorni scorsi, lo “snow pillow”, una sottile piattaforma in metallo in grado di rilevare il peso della neve, e altri strumentidi rivelazione delle precipitazioni nevose che forniranno dati per l’importante progetto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

La stazione meteorologica dei Forni  dell’Università degli Studi di Milano, gestita in collaborazione con EvK2Cnr nell’ambito del progetto Share, è stata installata nel 2005 da EvK2Cnr sul ghiacciaio dei Forni in alta Valtellina a 2669 metri. Insieme al Nepal Climate Observatory-Pyramid installato da EvK2Cnr ai piedi dell’Everest nei pressi della Piramide EvK2Cnr, è stata individuata come una delle 20 stazioni che rientrano nel progetto Spice (Solid Precipitation Intercomparison Experiment) della World Meteorological Organization.

Il progetto Spice si occupa del confronto delle precipitazioni nevose rilevate a livello globale (dall’Australia alla Russia, dalla Cina al Canada). Attraverso Spice si intende infatti costruire una rete di monitoraggio che fornisca dati sulle precipitazioni nevose, misurate con diverse tecniche, in venti luoghi significativi del Pianeta. Le misure raccolte sono relative al tipo, la quantità e l’intensità delle precipitazioni e alla profondità del manto nevoso al suolo. Gli strumenti solitamente adottati dalle stazioni di monitoraggio per rilevare e misurare le precipitazioni nevose e lo spessore di neve al suolo sono diversi: il principale obiettivo del progetto è confrontare l’affidabilità e la precisione delle diverse metodologie di misurazione al fine di valutare l’efficacia dei diversi strumenti.

Snow pillow

La scorsa settimana, grazie anche alla collaborazione con il Parco Nazionale dello Stelvio, affrontando difficoltà logistiche di non poco conto (a partire dalla rimozione della neve, caduta in gran quantità quest’anno), nell’alta valle dei Forni, è stato installato lo snow pillow, una sottile piattaforma in metallo, larga poco più di 1 metro quadrato, in grado di rilevare il peso della neve. Presso la stazione dei Forni gli strumenti dotati di sensori automatici di misurazione attualmente operativi sono così quattro. Allo snow pillow si aggiungono infatti due sonic ranger (strumenti che emettendo ultrasuoni permettono di misurare la distanza tra il sensore e la superficie della neve sottostante) e le quattro asticelle graduate ripresa da una fotocamera. A questi strumenti di rilevazione si associa poi la tradizionale e affidabile “trincea”, che prevede una misurazione manuale della quota neve e il prelievo di campioni di neve al fine di valutarne la densità (in accordo al protocollo Aineva).

In questi giorni sono stati misurati, tramite trincea, 226 centimetri di neve compatta con una densità media di 460 kg/m3. Questi dati ci consentono di stimare circa 10,4 metri di neve fresca precipitati nel corso di questa stagione invernale che corrispondono a circa un metro lineare di acqua.

La stazione dei Forni è l’unica tra le 20 del progetto Spice oltre ad essere l’unica stazione italiana è l’unica ad essere situata su un ghiacciaio. La cosa è particolarmente rilevante, da un lato per le oggettive difficoltà logistiche che un simile progetto comporta (tutt’altra difficoltà è installare simili strumenti raggiungendo comodamente un sito con mezzi di trasporto), dall’altro perché i dati di accumulo nevoso su ghiacciaio sono quelli più complessi da rilevare proprio per la difficoltà della installazione di strumenti in luoghi remoti e la difficoltà ad avere disponibile energia elettrica, nonostante siano tra i più significativi. La neve che precipita su ghiacciaio va infatti in certa parte ad alimentare il ghiacciaio, in altra parte si trasforma in acqua durante la stagione estiva, a mesi di distanza dal periodo di precipitazione.

Abbiamo chiesto a Guglielmina Diolaiuti, ricercatrice del Dipartimento Terra e Ambiente dell’Università Statale di Milano, di EvK2Cnr e referente per il progetto Spice, per quali motivi è così importante, nell’ambito degli studi sugli impatti del cambiamento climatico e sul monitoraggio del clima il progetto Spice.

Gli strumenti dell’AWS Forni Spice: (1) graduated stakes, (2) snow pillow, (3) automated camera, (4) antenna for the telecommunications, (5) solar panel, and (6) the data-logger box

“Essenzialmente con il progetto Spice saremo in grado di stabilire, grazie al raffronto con il metodo più preciso, cioè la trincea, e il calcolo della densità della neve, quale sia lo strumento più affidabile. Nello specifico, grazie alla stazione dei Forni, sapremo anche dire quale strumento sia più efficace nel caso la misura avvenga sul ghiacciaio. Non è infatti detto che lo strumento più affidabile su terreno stabile sia anche il più affidabile su ghiacciaio, che è un terreno in movimento”.

Perché è così importante avere dati precisi sulle precipitazioni nevose? “Mi piace spiegare ai miei studenti che la neve è come se fosse acqua in scatola, pronta ad essere rilasciata. Una bella conserva invernale che non va persa ma che viene rilasciata in estate mitigando almeno in parte i periodo siccitosi” tiene a precisare Guglielmina Diolaiuti.

Secondo quanto misurato, in seguito alla fusione della neve, la sola lingua di ablazione del ghiacciaio dei Forni rilascerà complessivamente più di 1 milione di metri cubi d’acqua, pari a più di 1 miliardo di litri (senza calcolare gli oltre 5 metri di ghiacciaio che si fondono ogni stagione). Poter prevedere quanta acqua verrà rilasciata durante il periodo estivo è un dato molto importante per la gestione della risorsa idrica e a che ha diverse implicazioni, legate all’agricoltura, alla produzione di energia idroelettrica e, pensando a possibili esondazioni, persino alla sicurezza.

A partire da fine maggio prenderanno il via anche le installazioni dei diversi sensori presso il Laboratorio Osservatorio Piramide EvK2Cnr. Questo fine settimana i diversi rappresentanti del progetto Spice del WMo si sono dati appuntamento a Sodankyla in Finlandia, a rappresentare le due stazioni ci sarà Antonella Senese, giovane ricercatrice dell’Università Statale di Milano e di EvK2Cnr.

 

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