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Sopravvivere alla valanga, quanto conta la densità delle neve?

Un ricercatore monitora i parametri vitali di uno dei volontari (Photo courtesy of Eurac)
Un ricercatore monitora i parametri vitali di uno dei volontari (Photo courtesy of Eurac)

BRAIES, Bolzano — La densità della neve potrebbe influenzare la possibilità di sopravvivenza sotto una valanga, influendo addirittura di più della dimensione della cavità per respirare. Da quest’ipotesi è partita in gennaio una ricerca sperimentale dell’Accademia Europea di Bolzano – EURAC e di altri centri di ricerca europei che hanno coinvolto 12 volontari in diversi test con vari tipi di neve.

La ricerca sperimentale è partita da osservazioni precedenti in cui è stato evidenziato che una persona sepolta dalla neve con le vie aeree libere e una cavità per respirare, sopravvive più a lungo se la neve è di tipo asciutta e soffice rispetto ad una più bagnata e compatta che fa passare meno ossigeno. Era quindi già emerso che la densità della neve può influenzare la sopravvivenza di una persona sotto una valanga, ma in che modo questo si collega ad una cavità d’aria che permette di respirare? Per rispondere alla domanda l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) con i ricercatori dell’Università Medica e dell’Istituto di Scienze dello Sport dell’Università di Innsbruck e del WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF di Davos hanno organizzato uno studio sperimentale.

I test si sono svolti a Breis, in provincia di Bolzano tra il mese di gennaio e il mese di marzo 2014. I ricercatori hanno ricreato una valanga artificiale e scavato, nell’ammasso di neve, delle cavità di dimensioni uguali per ogni volontario. I 12 volontari non sono stati posizionati sotto la neve, ma sedevano al di fuori della valanga dove respiravano prendendo aria dalle cavità per 30 minuti. Ciascun volontario ha effettuato il test in 3 occasioni: a gennaio, quando la neve è tendenzialmente asciutta e leggera, poi a febbraio e a marzo, quando la neve è bagnata e prossima a sciogliersi.

Prima dell’inizio del test, durante lo stesso e dopo che era terminato, i ricercatori hanno monitorato sia i parametri vitali di ciascun volontario sia le condizioni della neve. “Lo studio sperimentale – ha dichiarato il gruppo di lavoro – ha evidenziato subito come la densità della neve abbia un ruolo più rilevante di quanto pensato finora per la sopravvivenza dei pazienti sepolti da valanghe.”

“I risultati dello studio arriveranno tra circa un anno – continuano – Saranno informazioni preziose per le modalità di soccorso e trattamento degli infortunati e per lo sviluppo di nuovi dispositivi di sicurezza. Il fatto che la densità della neve possa influenzare le probabilità di sopravvivenza in caso di seppellimento da valanga significa anche che questa probabilità può variare di molto nei diversi mesi invernali e primaverili”.

Photo e news courtesy of Accademia Europea di Bolzano – EURAC (www.eurac.edu)

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