Il trekking verso il K2, prima tappa: volando al fianco del Nanga Parbat
ISLAMABAD, Pakistan — Se le condizioni meteo lo consentono da Islamabad a Skardu si va in aereo. Il volo dura 40 minuti e l’aereo passa proprio di fianco alle famosa parete Diamir del Nanga Parbat che si può ammirare in tutta la sua paurosa bellezza. Una volta superato il Babusar pass l’aereo segue la valle dell’indo atterrando a Skardu. Se, come spesso accade, le condizioni meteo non consentono il volo, si raggiunge Skardu in auto percorrendo per un giorno e mezzo la mitica Karakorum Highway.
Islamabad – Skardu – Askoli – Joula – Paju – Urdukas – Goro-II – Concordia – K2 Base camp
Islamabad – Skardu 2287 mt.
“Quando il piccolo aereo bielica comincia a muoversi sulla pista, cerco con insistenza lo sguardo di una hostess. Dal finestrino infatti distinguo chiaramente una delle due eliche ferma. Nessuno sembra preoccuparsene e infatti quando l’aereo accelera per il decollo entrambe funzionano a meraviglia. Sono agitato penso. Ho conquistato un posto perfetto: finestrino di destra, campo libero. Quando sarà il momento il Nanga Parbat sarà lì davanti a me. E così accade solo 20 minuti dopo. La montagna sale solitaria isolata, svetta totalmente tra le altre cime assai più basse.
In effetti sono agitato, guardo la montagna, scruto il profilo, sforzo gli occhi per distinguere le creste, per riconoscerne la forma già ammirata in fotografia. Ad un certo punto l’aereo sobbalza a causa delle forti correnti ascensionali che salgono dal Babusar Pass. La montagna ci fa sentire la sua potenza penso con un filo di soggezione. Guardo la cima dietro al plateau di neve immenso e penso alla notte di Hermann Buhl, al suo corpo addormentato pochi metri sotto la vetta, retto dai bastoni conficcati nella neve. Poi scendiamo leggermente, il mio collo ruota, mi sforzo di non mollare lo sguardo, fino a quando il Nanga Parbat scompare alle nostre spalle. Eccomi nel Karakorum”.
Luigi Di Tomo, turista e trekker
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