AlpinismoAlta quota

Nanga Parbat, Simone Moro: domani non tenteranno la vetta

Simone Moro (Photo pagina Facebook Simone Moro)
Simone Moro (Photo pagina Facebook Simone Moro)

ISLAMABAD, Pakistan — “Domani assolutamente no, non sarà il giorno in cui potranno tentare la vetta. Ho anche parlato con David adesso dal campo base e mi ha detto che sicuramente domani non provano. Hanno solo due giorni sabato e domenica, perchè lunedì sembra che torni già il vento prima del previsto, fino a 85 chilometri all’ora”. Queste le parole di Simone Moro, tornato al campo base oggi pomeriggio dopo essere salito fino a un centinaio di metri sotto campo 3, prima di rinunciare all’invernale al Nanga Parbat.

Simone Moro si trova al campo base della parete Rupal. Sta bene adesso, anche se la notte scorsa l’ha passata all’addiaccio e con malessere allo stomaco per cui ha vomitato più volte. Rientrato al base si è messo in contatto con l’amico David Göttler, che ha invece continuato la salita e si trova al momento a campo 4 insieme a Tomasz Mackiewicz.

“Non volevo che David mi aspettasse e magari perdesse un giorno – ci ha detto Moro -. Lo spirito di squadra è anche questo”. E il tempo è più che mai prezioso adesso, visto che secondo le previsioni meteo gli alpinisti avrebbero a disposizione solo due giorni di bel tempo.

“Loro sono a 6900 metri – ha spiegato ancora l’alpinista italiano in una videochiamata alla Gazzetta dello Sport -, non sono riusciti ad arrivare in alto come volevano e quindi adesso bisognerà vedere cosa riescono a fare perché c’è ancora tanto. Ci sono 1200 metri e poi da traversare sulla parete Diamir. Non c’è mai stato nessuno nella storia di questa via che abbia fatto dalla cresta alla vetta e ritorno in un giorno. E loro sono addirittura 200 metri più sotto della cresta”.

Domani infatti Göttler e Mackiewicz cercheranno di raggiungere la cresta, fino a 7400 metri. Dopo domani poi, potrebbero tentare la traversata sull’altro versante della montagna e di raggiungere la cima, ma molto dipenderà dal meteo.

“Io ho deciso di tornare giù – conclude Moro -, portando tutto quello che potevo al campo base. Vedremo cosa riusciranno a fare domani, perché il polacco Tomek è particolarmente lento e quindi è tutto David che deve fare la traccia. Ed è importante invece la suddivisione del lavoro, come abbiamo sempre fatto io e David. E’ ancora tutto aperto, da vedere”.

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