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Permessi all’Everest, Nima Sherpa: un alpinismo più responsabile con spedizioni più piccole

Nima Nuru Sherpa - Cho Oyu Trekking Agency
Nima Nuru Sherpa – Cho Oyu Trekking Agency

KATHMANDU, Nepal – Incoraggiare i tentativi di salita e un alpinismo più responsabile, fatto di piccoli team, ed evitare quindi gruppi “falsi” e improvvisati di persone che si uniscono per questioni di vantaggio economico. Questo lo scopo delle nuove tariffe dei permessi delle montagne nepalesi. Lo ha spiegato al nostro collabortatore nepalese Suvash Sharma Nima Nuru Sherpa, presidente della Cho Oyu Trekking e punto di riferimento internazionale delle spedizioni alpinistiche in Nepal.

Cosa ne pensa dei costi dei permessi più bassi annunciati dal governo nepalese?
Il governo del Nepal di recente ha rivisto l’attuale tariffario dei permessi per le montagne con lo scopo di incoraggiare i tentativi di salita. Infatti questo provvedimento incentiverà gli alpinisti più responsabili e seri e sarà di beneficio per quelle spedizioni composte da pochi membri  o per i singoli alpinisti che vorranno ottenere permessi individuali. Il nuovo sistema di tariffe renderà più facile agli alpinisti salire le montagne, consentendo loro di scalarle in ogni stagione. Inoltre renderà le montagne più accessibili a chiunque volesse provare a salirle. Il governo, a mio parere, l’ha fatto sia per incoraggiare un numero più alto di alpinisti, sia per garantire maggiore sicurezza, dal momento che costringerà gli scalatori a prendersi la responsabilità della loro salita.

Fino ad oggi si compravano più permessi singoli o di gruppo?
Non c’è dubbio che attualmente l’abitudine più invalsa sia quella di comprare permessi di gruppo per il monte Everest. È ovvio che si comprino meno permessi individuali vista la grande differenza di costo. Lasciami ricordare le cifre: un team di 7 persone paga 70.000 dollari col permesso di gruppo, mentre un singolo deve pagare da solo fino a 25.000 dollari. È la convenienza economica a creare questo trend. Considera poi che ogni spedizione che ha comprato il permesso dal Ministero del Turismo deve prendere un ufficiale di collegamento del governo che svolge a volte il ruolo di facilitatore insieme al team leader durante la salita sulla montagna. La squadra dovrebbe coprire il costo dell’ufficiale di collegamento, oltre alle altre spese, tra cui la tassa ambientale, la tassa di smaltimento dei rifiuti, il costo degli Sherpa, delle tende, dell’attrezzatura necessaria alla scalata. Come vedi è naturale, visto l’elevato onere economico che deve sostenere una spedizione individuale.

È vero che il permesso di gruppo all’Everest sparirà completamente?
Il nuovo sistema di permessi non cambierà radicalmente quello precedente dei permessi di gruppo, che rimarranno possibili in futuro. I cambiamenti riguarderanno solo i costi. Pertanto i team di 7 o più membri avranno comunque dei benefici anche nel nuovo sistema.  In quel caso singolarmente un alpinista dovrà pagare un costo maggiore e le nuove tariffe in questo senso sembrano un po’ più care, ma saranno invece più convenienti per i gruppi più piccoli, di due o tre membri. Per questo gli alpinisti potrebbero essere invogliati a soluzioni che prevedono squadre meno numerose, e alla lunga diminuiranno coloro che comprano permessi collettivi.

La vetta dell'Everest avvolta dalla nebbia
La vetta dell’Everest avvolta dalla nebbia

Il ministero del Turismo ha detto che queste misure verranno prese per scoraggiare “falsi gruppi” anche per questioni di sicurezza. Cose ne pensi?
Un “falso gruppo” creato artificialmente deve affrontare molte difficoltà al suo interno. Al contrario in un team vero un capo spedizione mantiene la guida del  gruppo più facilmente sulla montagna, anche quando i membri della squadra tentano di venire meno ai loro doveri. In un “falso team” il capo spedizione fa più fatica a rendersi conto dei problemi o a prendersi carico delle responsabilità se un membro della squadra, per esempio, è in difficoltà. C’è della verità in quello che dice il Ministero del turismo. In base a come è stato finora se in un gruppo di 7 persone si sollevano 7 idee diverse, nessuno di loro si prende la responsabilità, cercano di tenersi d’occhio l’un l’altro anziché cercare di capirsi. È meglio salire una montagna con un vero gruppo piuttosto che in uno falso. In passato i tour operator sono stati meri spettatori riguardo le difficoltà evocate a seguito di fraintendimenti emersi nei gruppi, i cui membri avevano idee diverse o concezioni differenti durante la scalata verso la vetta. Riuscivano a non trovare un compromesso fra di loro neanche su cose semplici di gestione ordinaria. Spero che cose del genere non si verifichino più.

Che tipo di ripercussioni potrebbero esserci per l’ambiente?
Dal momento che il nuovo sistema è stato adottato con la promessa di monitorare meglio i permessi e una loro adeguata gestione, io spero che ci saranno impatti positivi anche in ambito ambientale. Non credo che ci saranno grandi cambiamenti nella quantità dei rifiuti prodotti. Inoltre, il provvedimento presentato dal governo è più efficace per monitorare e i rifiuti disseminati sulla montagna. Sicuramente l’attenzione del governo è volta a ridurre l’impatto ambientale nella regione dell’Everest. Le montagne possono essere preservate dall’aumento dei flussi turistici nell’alta stagione e in questo modo può essere preservata la loro natura.

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