Arrampicata

Arrampicare senza tracce: ecco i vincitori del concorso Clean Climbing

CLEANCLIMBMILANO — Stefano Michelazzi, Tomas Franchini e Alessandro Beber. Ecco i vincitori del concorso “Clean Climbing” lanciato un anno fa dall’associazione Mountain Wilderness Italia e il Club Alpino Accademico Italiano per riscoprire il valore e il fascino dell’arrampicata “che non lascia tracce”. Al concorso hanno partecipato diversi alpinisti con le loro vie nuove aperte con sole protezioni mobili.

La Commissione che ha eletto i vincitori si è riunita a fine novembre ed era composta da Sergio Cerutti, Carlo Alberto Pinelli, Maurizio Giordani, Alberto Rampini, Alessandro Gogna, Giacomo Stefani e Mauro Penasa. Nei prossimi mesi avverrà la cerimonia di presentazione.

Il vincitore nella categoria “vie di montagna multipitch” è stata la guida alpina di Trieste Stefano Michelazzi “per le numerose vie di grade interesse tecnico e ambientale, aperte dal presentatore in stile trad puro, con limitatissimo uso di chiodi e per di più su roccia dolomitica, tradizionalmente ritenuta difficile da affrontare in questo stile”.

Il vincitore nella categoria “falesie” è stato Tomas Franchini, classe 1989, giovane e molto promettente alpinista trentino. Franchini ha presentato “vie di trad puro, anche multipitch, su una falesia di roccia granitica nel Gruppo della Presanella. Per localizzazione e tipo di salita, la falesia, già nota, merita un rilancio nella nuova ottica di arrampicata in stile rigorosamente “clean”.

La “Menzione speciale” è andata al trentino Alessandro Beber, 28 anni, per la documentazione relativa alla via “Ceremagica” aperta nel gruppo dei Lagorai (cima di Ceremana). “Via logica, di grande fascino ed eleganza, che si svolge in un ambiente poco frequentato – ha detto la commissione -. La via, presentata con una documentazione completa, precisa ed accurata, supera una parete di porfido ben fessurato e di facile proteggibilità anche con mezzi tradizionali. L’utilizzazione di un certo numero di chiodi per soste e passaggi pone tuttavia la via ai limiti delle caratteristiche richieste dall’iniziativa “Clean Climbing”.

Giovanni Nico è stato invece il fortunato estratto che riceverà 1500 euro per un viaggio nel paradiso roccioso del deserto di Wadi Rum in Giordania (o, a scelta, nel selvaggio gruppo roccioso dell’Anti Atlante marocchino, o nelle isole Lofoten – Norvegia).

“Lo scopo non è quello di suggerire la superiorità del “clean climbing” rispetto alle tecniche di assicurazione e protezione moderne – spiega la commissione -, ma di contribuire a divulgare la possibilità di affiancare alle vie di arrampicata integralmente protette da spit e chiodi uno stile di arrampicata diverso”.

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