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Ecco come nasce il parco del K2

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BERGAMO — Quello tra l’Italia e le montagne del Karakorum è un legame storico, ma quanto mai attuale. E’ infatti di poche settimane fa la notizia che il progetto di cooperazione italiano Karakorum Trust, coordinato dal Comitato Ev-K2-Cnr, sarà partner del governo pakistano per l’avvio e la gestione del Central Karakorum National Park, noto come “Parco del K2”. E così abbiamo intervistato Valerio Pietrangelo, responsabile di Karakorum Trust, che ci ha spiegato come procede il progetto.

Pietrangelo è appena rientrato dal Pakistan dove si sono svolte alcune riunioni decisive per l’attivazione e la gestione del Parco, che sta per diventare una delle aree protette più spettacolari del pianeta.
 

Pietrangelo, l’ultima missione ha fruttato un prezioso riconoscimento per Karakorum Trust…

Sì, un risultato per cui stiamo lavorando da mesi. Dal novembre 2006 per la precisione, quando il Comitato Ev-K²-CNR ha iniziato le trattative (culminate in un Memorandum of Understanding) con il WWF Pakistan, l’ente che, di concerto con il Dipartimento delle Foreste, è impegnato nella formulazione del progetto per l’implementazione del Parco del Karakorum Centrale.

Si tratta del progetto che è stato approvato qualche settimana fa?

Sì, anche se non è appropriato dire che è stato già “approvato” ufficialmente. In realtà la versione preliminare del documento, realizzata dal WWF Pakistan, è stata concertata con il Segretario delle Foreste delle Northern Areas del Pakistan. Deve, tuttavia, essere ancora ufficialmente vagliato da una commissione di pianificazione, che lo sta valutando proprio questi giorni. Non appena il progetto sarà approvato, il processo di formazione del parco potrà partire. Uno dei risultati che tutti attendono è la redazione del piano di gestione.

Che cosa è esattamente il piano di gestione del Parco?

E’ uno strumento fondamentale. Si tratta, infatti, di un documento avente valore legale che definisce le modalità con le quale deve l’area in questione deve essere gestita nel corso degli anni. Contiene informazioni sul territorio, come la sua storia, le caratteristiche fisiche (flora e fauna), il patrimonio culturale, le possibili modalità di sfruttamento delle risorse naturali. Ovviamente non possono mai mancare chiare indicazioni sul personale coinvolto nella gestione dell’area parco.

Chi si occuperà della gestione del Parco?

La gestione di un parco nazionale è chiaramente compito dell’amministrazione locale, che delega lo svolgimento di puntuali iniziative ad altri soggetti. Nel caso del Parco del K2, molte attività a favore dello sviluppo del parco saranno svolte da Ev-K²-CNR nell’ambito di Karakorum Trust. Nel processo, però, saranno coinvolti anche altri soggetti. Ci sono infatti l’Iucn e l’Icimod, due grosse organizzazioni internazionali, che insieme all’ong italiana Cesvi e di nuovo con il Comitato Ev-K²-CNR costituiscono il team di Hkkh – Partnership for Ecosystem Management, un importante progetto di partnership internazionale. Il ruolo specifico di Ev-K²-CNR in questo progetto sarà lo svolgimento di attività di ricerca scientifica e la promozione di azioni di formazione e capacity building.

Quali saranno i primi passi, una volta che il progetto sarà avviato ufficialmente?

Ogni partner contribuirà alla gestione del parco con attività specifiche. Il Governo delle Northern Areas del Pakistan, ovviamente, fornirà la struttura amministrativa del parco, che sarà dotato di uffici, mezzi e personale. Per quanto riguarda il progetto Karakorum Trust, fra i progetti più importanti del primo anno, rientra sicuramente la campagna per la gestione dei rifiuti nell’area del ghiacciaio del Baltoro e nell’alta valle del Braldo. Un’altra iniziativa importante è GARNet, la creazione di un centro di formazione, taglio e distribuzione di pietre di colore presso la Karakurum International University di Gilgit.

Che tempi si prevedono per l’avvio del Parco?

Il piano prevede un piano di azione che si sviluppo in un arco di tempo quinquennale. Chiaramente la vita di un parco nazionale è ben più lunga. È per questo che le autorità pakistane hanno chiesto espressamente alle organizzazioni coinvolte nel processo di creazione e consolidamento del parco di continuare ad assistere le istituzioni pakistane anche dopo i cinque anni previsti.

La nuova area che territorio comprende?

Il Central Karakorum National Park è costituito da un’area straordinaria, vasta grosso modo come il Lazio (più di 15.000 chilometri quadrati). In questo territorio svettano alcune fra le montagne più alte del mondo, prima fra tutte il K2, meta prediletta di migliaia di alpinisti ed escursionisti. Nonostante l’imponenza, l’ecosistema è fragile e minacciato da problematiche ambientali di rilevanza globale. Oltre a tutto questo, però, il parco comprende anche una zona abitata da una popolazione di circa 800.000 abitanti.

Un territorio importante anche per il Pakistan, quindi…

Importantissimo, se si pensa che il Central Karakorum National Park era stato notificato già nel 1993 dal Governo Pakistano attraverso l’amministrazione delle Northern Areas del Pakistan, ma era rimasto solo sulla carta. Sono passati quattordici anni da allora, e finalmente si va verso l’avvio del Parco. E’ frutto certamente della volontà politica del Governo Pakistano, ma anche dell’impegno di organizzazioni internazionali e di ong locali, come il Comitato Ev-K2-Cnr, e il WWF-Pakistan o l’IUCN.

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