News

Valanga sul Bianco: era prevedibile?

immagine

LUGANO, Svizzera — "Avevamo sconsigliato di partire, la montagna non era in condizioni". L’Ufficio Haute-Montagne di Chamonix prende le distanze dalla tragica valanga che ieri ha travolto una cordata elvetica sulle pendici del Monte Bianco di Tacul, uccidendo uno degli alpinisti e facendo precipitare in un crepaccio la guida alpina, di cui non si è ancora trovata traccia.

"Venerdì aveva nevicato molto, sopra i 3000 metri – ha detto la responsabile dell’Ufficio alla Ticinonline -, e sabato era salito il vento da sud ovest. Si erano formate delle placche molto
pericolose e salire in quota in queste condizioni era sconsigliato".
 
Secondo quanto riportato dal quotidiano svizzero, anche il rifugista del Cosmiques li avrebbe sconsigliati di salire nonostante la bella mattinata, perchè il pericolo valanghe era valutato di grado 4 su 5.
 
Ma la cordata, partita dal rifugio Torino sul versante italiano, avrebbe proseguito lo stesso, andando incontro alla valanga che l’ha investita domenica mattina intorno alle 9, a circa 4.000 metri di quota.
 
Uno degli alpinisti è morto sul colpo, travolto e seppellito dai lastroni in corsa. Ieri si era parlato di una donna di 40 anni, invece si trattava di Luca Fiscalini, originario di Borgnone, nel Locarnese. L’identificazione ufficiale delle autorità è arrivata solo oggi.
 
La moglie di Fiscalini, Annik, è stata estratta viva, ma in gravi condizioni, dalla neve dove era rimasta semi sepolta per oltre un’ora. Non sarebbe comunque in pericolo di vita. Illesa invece Mirella Mazzantini, il quarto componente della cordata.
 
La guida alpina della cordata, Nicola Balestra, è invece dispersa da domenica e le speranze di ritrovarlo vivo sarebbero ormai ridotte a un debole lumicino. Il Balestra, infatti, sarebbe  finito in un crepaccio che poi è stato coperto da quasi dieci metri di neve.
 
Domenica le squadre di soccorso hanno lavorato per ore nel tentativo di perforare i lastroni che tappavano il crepaccio, ma hanno dovuto interrompere a causa del maltempo quando erano arrivati a circa cinque metri di profondità.
 
Il maltempo ieri avrebbe impedito al soccorso alpino di Chamonix di riprendere a cercare la guida svizzera, e avrebbe portato una nuova – e spessa – coltre di neve sul luogo della valanga, rendendo sempre più difficili le operazioni di recupero.
 
Secondo quanto riferito dal comandande del soccorso di Chamonix al quotidiano La Regione Ticino, la ripresa delle ricerche sarebbe improbabile anche oggi. Il maltempo prosegue e i nuovi depositi di neve si sono compattati in lastroni pericolanti che minacciano di causare nuove valanghe.
 
 
Related links:
 

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close