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High summit: Indo e Po tra i fiumi più a rischio per i cambiamenti climatici

Pakistan, Gore piccoloLECCO — Che i fiumi siano molto sensibili alle precipitazioni piovose e novose è scontato. Ma come si modifica il loro comportamento con il mutamento dei cicli idrologici, dovuto ai cambiamenti climatici? Sicuramente, come dimostra una ricerca citata da Renzo Rosso e Daniele Bocchiola durante il secondo giorno di High Summit, studiosi di idrologia del Politecnico di Milano, ci sono fiumi più sensibili: nella classifica dei corsi d’acqua più a rischio, al secondo posto c’è l’Indo, e poco lontano, al quarto posto, il Po.

“La fusione dei ghiacciai fornirà inizialmente molta più acqua, rendendo possibile per esempio la produzione di 50 terawatt di energia idroelettrica nei prossimi dieci anni in asia”, spiega Rosso.

Un argomento su cui insistono i diversi studiosi è il bisogno di dati e monitoraggi dei ghiacciai, dei fiumi e dei laghi remoti, in molti casi difficili da raggiungere e misurare: “Abbiamo bisogno di un supporto consistente, perché dobbiamo andare sul posto, non possiamo limitarci a stare davanti al computer a studiare i modelli previsionali”, spiega Andrea Lami dell’Ise-Cnr. La stessa cosa vale per le preicpitazioni: “Prima di parlare di geologia e idrologia, dobbiamo capire il volume delle precipitazioni nevose e piovose”, aggiunge Bodo Bookhagen della University of California.

Tirando le conclusioni della sessione dedicata all’acqua di High Summit, Rosso ha riconosciuto anche l’importante lavoro di ricerca di EvK2Cnr: “Se non ci fosse EvK2Cnr, in Italia non avremmo la ricerca di alta quota, né quella sull’idrologia dei ghiacciai e della neve”.

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