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Ghiaccio ai Poli: diminuisce all'Artide, aumenta all'Antartide

Estensione dei ghiacci artici, settembre 2013 (photo nsidc.org)
Estensione dei ghiacci artici, settembre 2013 (photo nsidc.org)

BOULDER, Stati Uniti – Mentre i ghiacci artici si ritirano, raggiungendo a settembre il sesto minimo storico dall’inizio delle misurazioni nel 1979, nell’emisfero sud, alla fine dell’inverno, quelli antartici risultano in crescita, con un aumento di circa l’1% ogni dieci anni rispetto alla media del periodo 1981-2005. Sono questi, in sintesi, i risultati dell’analisi condotta dagli studiosi del National snow and ice data center (Nsidc) dell’università del colorado Boulder, con il supporto della Nasa.

In generale, spiega Julienne Stroeve, scienziata del centro, il 2013 è stato un anno abbastanza buono per la criosfera: “Un’estate relativamente fresca e tempestosa ha consentito una perdita di ghiaccio lenta rispetto alle altre ultime estati”. In confronto al 2012, quando il ghiaccio in mare raggiunse un nuovo record negativo, condizioni più fredde nell’Artico quest’estate hanno consentito di conservare più ghiaccio. “L’estensione dei ghiacci di quest’estate mostra la complessa interazione tra la variabilità climatica e l’assottigliarsi della copertura glaciale nel lungo termine”, continua Stroeve.

Se tuttavia ci sono stati anni peggiori, la situazione a fine settembre all’Artico rientrava comunque tra i sette record negativi registrati negli ultimi sette anni. Qui la calotta polare cresce ogni anno in inverno e diminuisce in estate, raggiungendo il minimo annuale in settembre. Nel 2013, l’estensione del ghiaccio del mare Artico ha raggiunto il suo livello più basso il 13 settembre, scendendo a 5,1 milioni di chilometri quadrati, 1,17 milioni in meno rispetto alla media 1981-2010. La media mensile è stata di 5,35 milioni di chilometri quadrati. Il 2013 è al sesto posto sia tra le medie di settembre più basse, sia per il minimo giornaliero, mentre il record assoluto per adesso è stato registrato nel 2012. Dal 1979, anno in cui sono iniziate le misurazioni, il dato dell’estensione registrata a settembre è diminuito del 13,7% ogni dieci anni: un crollo dovuto soprattutto, secondo gli scienziati, all’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici. Anche lo strato del ghiaccio è più sottile, e quindi più fragile rispetto al passato: una banchisa più spessa, perché sopravvissuta almeno a una stagione di scioglimento, rimane nell’Artico centrale.

All’Antartico, le misurazioni di settembre hanno invece fotografato una situazione di crescita grazie al freddo dei precedenti mesi invernali: la superficie glaciale ha raggiunto il record positivo, culminato nell’estensione invernale massima nell’emisfero sud di 19,47 milioni di chilometri quadrati il 22 settembre. Anche la media del settembre 2013 è stata un record, leggermente superiore anche al dato 2012. Una crescita dovuta secondo gli scienziati a venti circumpolari più forti, che spingono i ghiacci del mare Antartico verso l’esterno, aumentando così l’estensione. Ted Scambos, responsabile di ricerca del Nsidc, riassume in poche parole la situazione: “Il leggero aumento del ghiaccio dell’Antartide è un rompicapo per gli scienziati”, mentre “il rapido scioglimento di quelli dell’Artico dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti”.

Link per approfondire: nsidc.org

Nota: La linea magenta indica l’estensione mediana a settembre nel periodo 1981-2010. La croce nera indica il Polo Nord geografico. (fonte: Nsidc.org)

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