BERNA, Svizzera — Emmenthal, gruviera e sbrinz potranno circolare per l’Europa senza più aggravi alle frontieri. Dal 1 giugno, il mercato del formaggio tra la Svizzera e i Paesi dell’Unione europea è stato liberalizzato.
La decisione rientra nella riforma dell’agricoltura a cui il governo svizzero sta lavorando da tempo, e di fatto cambia le cose solo "ufficialmente" visto che le novità nel mercato sono state introdotte progressivamente nei cinque anni scorsi, per evitare scossoni e permettere ai produttori di adattarsi pian piano al nuovo contesto economico.
Un contesto che porterà ai produttori svizzeri qualcosa come 400 milioni di consumatori più facilmente raggiungibili, e un notevole aumento delle esportazioni.
Accanto ai vantaggi, però, non mancano i rischi collegati alla maggior concorrenza e alla pressione sui prezzi. Per esempio del latte: secondo quanto riportato dal portale svizzero Swissinfo, il prezzo europeo è di un terzo inferiore a quello che ottenevano gli elvetici e ciò influirà particolarmente sul commercio dei formaggi freschi.
La maggior parte della produzione svizzera è però costituita dai formaggi stagionati, e per il futuro non sarebbe da escludersi l’abbandono di produzioni marginali come la mozzarella. Inoltre, dalla Germania è recentemente scattata una protesta a livello europeo dei produttori di latte, che rivendicano un aumento del prezzo per coprire i costi di produzione. Le carte in tavola, quindi, potrebbero ancora cambiare.
"Noi comunque dobbiamo puntare sulla qualità – ha osservato Daniel Koller, segretario elvetico della Federazione dei produttori svizzeri di latte -, sia sul mercato interno, sia su quello destinato all’esportazione. Per la qualità, i consumatori sono pronti anche a pagare di più".
"Il riconoscimento reciproco dei marchi Doc è indispensabile – ha detto poi Koller a Swissinfo -. E in ogni caso, il potenziale di sviluppo è più importante dei rischi che si potrebbero correre".
Sara Sottocornola
Foto courtesy of http://www.switzerland-cheese.it/
