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Come nacque l'alpinismo? In Piemonte va in scena la storia della montagna

come nacqueBIELLA — In occasione del 150° anniversario di fondazione del Cai, le sezioni di Varallo Sesia e di Biella, sorte rispettivamente nel 1867 e 1872 per iniziativa di seguaci locali di Quintino Sella, si sono alleate con la Fondazione Sella, che del grande statista e artefice del Club Alpino custodisce la memoria, per organizzare un importante convegno storico dal titolo “Come nacque l’alpinismo. Dall’esplorazione delle Alpi alla fondazione dei Club Alpini (1786-1874)”, con la finalità di indagare sugli antefatti e di riscoprire circostanze e motivazioni che hanno portato alla nascita dell’alpinismo moderno.

Il congresso, che si svolgerà il 14-15 settembre, sarà l’occasione privilegiata per approfondire l’indagine sulle origini dell’alpinismo e sui suoi precedenti storici, a partire dalla prima ascensione del Monte Bianco (1786), non a torto considerato il suo atto di nascita; è risaputo che quell’impresa emblematica, realizzata sulla spinta della ricerca scientifica tardo-illuministica, suscitò subito imitatori che divennero via via più numerosi negli anni della Restaurazione, finché il processo dopo la metà dell’Ottocento diede vita all’alpinismo organizzato.

I relatori del convegno si dedicheranno quindi a illustrare i primi successi dell’esplorazione dei principali massicci dell’arco alpino – Monte Bianco, Monte Rosa, Delfinato, Vallese, Oberland e Alpi svizzere, Dolomiti e Alpi orientali -, esplorazione condotta da esponenti delle élites locali, ma anche da pionieri di estrazione accademica, tecnica e militare, provenienti dai maggiori centri urbani pedemontani su entrambi i versanti della catena. Grazie a tale sguardo più esteso e coordinato sarà possibile rendere meglio comprensibile l’azione dei pionieri inglesi e la nascita dell’Alpine Club come punto d’arrivo e di svolta rispetto al passato, così come in particolare la nascita dei primi club alpini sulle Alpi come reazione alla colonizzazione delle vette operata dagli inglesi.

Per la prima volta storici italiani e stranieri si confronteranno tra loro per trovare elementi comuni nella fondazione delle associazioni in Austria, Svizzera, Italia e Francia: a cominciare dal fatto che la nascita dell’Österreichischer Alpenverein (1862), dello Schweizer Alpenclub (1863) e del Club Alpino Italiano (1863) deve essere attribuita all’iniziativa di uomini di scienza, in particolare geologi e naturalisti, con l’intento di riappropriarsi dal punto di vista esplorativo e scientifico delle rispettive parti della catena alpina, in risposta all’approccio inglese alla montagna di natura unicamente alpinistica; ecco perchè tutti i Club nella loro fase iniziale furono marcati una fortissima connotazione scientifica, prima che la componente sportiva prendesse via via il sopravvento.

Una chiara matrice culturale e non di semplice svago, dunque, inserita comunque nel tipico contesto dell’associazionismo borghese che si sviluppò con caratteristiche del tutto analoghe nei diversi paesi europei a partire dalla metà dell’Ottocento.

I contenuti degli interventi e la notorietà dei relatori fanno sicuramente di questo evento l’appuntamento storico più importante tra tutte le manifestazioni che si stanno svolgendo nel corso dell’anno per celebrare i centocinquant’anni di vita del Club Alpino Italiano. Il coordinamento generale è a cura di Pietro Crivellaro e Riccardo Cerri.

Il convegno è articolato in una giornata di relazioni (Varallo Sesia, sabato 14 settembre 2013 a Palazzo dei Musei) e in una tavola rotonda conclusiva (Biella, mattina di domenica 15 settembre).

I qualificati relatori italiani che si avvicenderanno a Varallo, per esaminare i primordi dell’alpinismo e la nascita del Club Alpino sono Dino Carpanetto, Marco Carassi, Marco Ferrazza, Massimo Bonola, Pier Paolo Viazzo, Marco Aime, Riccardo Decarli, Marco Cuaz, Andrea Zannini; a illustrare invece quanto nello stesso periodo avveniva in Austria, Svizzera e Francia sono stati chiamati rispettivamente Rudolf W. Soukup, Daniel Anker e Olivier Hoibian.

Al termine della giornata Teresio Valsesia presenterà il volume “Alle origini del Club Alpino: un progetto integrato di politica, progresso, scienza, e montagna”, che raccoglie i contributi del convegno svoltosi a Varallo nel 2011 (a cura di R. Cerri, edizione di Zeisciu Centro Studi). Seguirà una visita guidata al patrimonio pittorico della Pinacoteca varallese.

L’evento è reso possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, è organizzato in collaborazione con la Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia e si svolge sotto il patrocinio della Città di Varallo.

Nella mattinata del 15 settembre presso l’auditorium del Lanificio Maurizio Sella a Biella, dopo un intervento di Gianni Valz Blin sulla storia della locale sezione CAI, si terrà la tavola rotonda dedicata ad approfondire i temi emersi il giorno precedente, seguita dall’inaugurazione della mostra Le montagne di Quintino Sella, curata da Pietro Crivellaro e da Lodovico Sella; nel pomeriggio è prevista la visita alla Fondazione Sella e al Museo e Laboratorio fotografico ‘Vittorio Sella’. La giornata è patrocinata dalla Città di Biella.

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