“L’allarme è stato dato subito dopo il distacco, alle 3.45 di mattina – racconta Civradano – e i soccorritori della Gendarmerie sono partiti in tempo reale. Le prime a salire sono state le squadre e piedi, a cui è servito il tempo tecnico di raggiungere l’Aiguille du Midi e poi i feriti, che si trovavano in un luogo molto difficoltoso, precipitati a 500 metri dalla via normale di salita”.
“L’elicottero non ha potuto alzarsi perchè in quota c’era vento oltre i 50 km orari e anche qualche nube a disturbare la visibilità – continua la guida alpina -. In Francia l’elisoccorso può operare di notte, ma non in quelle condizioni. L’elicottero si è poi alzato in volo appena la situazione è migliorata, ma prendendosi anche qualche rischio perchè c’era ancora molto vento. La situazione era molto complicata e ovviamente solo chi era lassù era in grado di valutarla, da valle è impossibile. Avremmo voluto intervenire anche noi partendo dal rifugio, ma la Gendarmerie ce lo ha vietato per evitare che qualcun altro si esponesse a rischi, visto che il luogo dove si trovavano i travolti era molto, molto distante dalla via di salita e difficile da raggiungere”.
“I soccorritori francesi sono tra i più esperti e seri professionisti del campo – conclude Civradano -. Hanno fatto tutto il possibile e anche di più, assumendosi molti rischi. Lo posso assicurare io che mi trovavo lassù e ho seguito la vicenda di persona. Spero che nessuno lo metta in dubbio”.