Alpinismo

Dhaulagiri, è vetta per Inaki Ochoa

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DHAULAGIRI, Nepal — Con una salita veloce – entro 24 ore dalla partenza dal campo base – l’alpinista spagnolo Inaki Ochoa ha raggiunto l’altro ieri la vetta del Dhaulagiri (8.174 metri). E’ il suo 12esimo ottomila.

Ochoa è partito per la cima con il compagno Jorge Egocheaga, che però è rimasto indietro di mezz’ora sugli insidiosi traversi della parte sommitale della montagna. Ancora non si sa se anche Egocheaga è arrivato in vetta o se ha fatto dietrofront prima di raggiungerla.
 
Come al solito, Ochoa è salito senza ossigeno e senza sherpa d’alta quota. Il meteo non era ottimo, tant’è vero che al campo base ha nevicato e tirato vento come al solito. Ma lui ha tenuto duro e ha raggiunto l’obiettivo.
 
Gli altri alpinisti che ieri mattina si trovavano a campo 2 per tentare la cima – il rumeno Horia Colibasanu e l’americano Joby Ogwyn – hanno invece rinunciato alla salita e sono rientrati subito al base.
 
Ochoa ha voluto tentare la salita in velocità per commemorare Anatoli Boukreev, grande alpinista russo scomparso sull’Annapurna, che nel 1995 salì la cima del Dhaulagiri in 17 ore e 15 minuti.
 
Ochoa non è nuovo alle "salite fulminee" sugli ottomila, che egli stesso ha definito "pià sicure". L’anno scorso ha raggiunto la vetta dello Shisha Pangma in meno di 15 ore, da solo, e aprendo una variante da campo 3 alla vetta.
 
Ora, al quarantenne alpinista di Pamplona in corsa per i 14 ottomila, mancano le vette di Kangchenjunga e Annapurna. Quest’ultima è già in programma: Ochoa la tenterà con Colibasanu e la svizzera Joelle Brupbacher nelle prossime settimane.
 
Sara Sottocornola
 

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