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Febbre dell’Everest: è boom di turisti

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NAMCHE BAZAR, Nepal (Ansa) — Si incontrano continuamente nel percorso diretto all’Everest, mentre la spedizione italiana di ricercatori e alpinisti del Comitato v-K2-Cnr prosegue il cammino verso il Laboratorio Osservatorio Piramide.

I turisti appassionati di trekking e spedizioni in alta quota sono numerosissimi nel Parco Nazionale del Sagarmatha (il nome nepalese dell’Everest), cosi’ come le carovane di
Sherpa carichi di zaini o di approvvigionamenti per i lodge, i rifugi per i turisti costruiti sempre piu’ numerosi negli ultimi anni.
 
"L’anno scorso ne sono arrivati quasi 21.000, almeno 20.000 dei quali per fare trekking; gli altri facevano parte di spedizioni dirette alla vetta dell’Everest", dice Ram Chandra Karki, del Sagarmatha Pollution Control Commettee (Spcc), il Comitato per il controllo dell’inquinamento nel Parco del Sagarmatha.
 
"Quest’anno – aggiunge – potrebbero arrivarne 26.000". Si supererebbe cosi’ il record del 2001, quando i turisti furono 25.600, al quale e’ seguito un periodo difficile dovuto alla crisi politica che soltanto adesso si sta risolvendo. Ad arrivare sono soprattutto gli americani, seguiti dagli europei (soprattutto tedeschi e italiani, qualche francese), giapponesi e australiani.
 
"Sono convinto che i turisti diventeranno sempre piu’ numerosi e non penso che questo sara’ un problema", ha aggiunto l’esperto nepalese, che oggi ha incontrato i membri della spedizione italiana che si occupano di controllo ambientale.
 
Tuttavia la prudenza e’ d’obbligo, considerando l’esplosione di interesse per l’Everest: "dal 1990 ad oggi il turismo diretto all’Everest e’ aumentato in modo incredibile", osserva Maurizio Gallo, guida del Comitato Ev-K2-Cnr. "Nello stesso periodo – aggiunge – i lodge lungo la pista da trekking si sono triplicati, ma il tipo di turista e’ cambiato: prima arrivavano soprattutto gli alpinisti che si adattavano a qualsiasi condizione, oggi il turismo e’ diventato piu’ ricco".
 
Enrica Battifoglia

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