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Siccità, sarà un giugno torrido

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ROMA — Dopo un inverno caldo, ci aspetta un’estate caldissima e senz’acqua. Queste le preoccupanti previsioni rese note ieri dalla Protezione Civile, che lancia l’allarme e invita a correre ai ripari. Cercasi oasi cercasi.

E davvero in un deserto sembrerà di stare nei prossimi mesi, secondo i metereologi. Il rischio siccità è infatti altissimo, visto che da settembre ad oggi le nostre riserve idriche sono scese tra il 20 e il 50 per cento rispetto alla media.
 
Le temperature torride di aprile hanno accelerato lo scioglimento delle nevi sull’Arco Alpino, abbassato ( ben al di sotto della media stagionale ) i grandi laghi e molti fiumi.
 
Il Po è nella condizione peggiore. "Stiamo invasando, in pratica ‘facendo riserva’ – ha affermato il segretario generale dell’Autorità di bacino del Po, Michele Presbitero – nei laghi alpini e nei bacini idroelettrici. Lasciando defluire il minimo possibile".
 
E se la situazione non fosse già abbastanza compromessa, arriverà l’estate a darci
un’ulteriore batosta. Gli esperti prevedono una stagione più calda di quella famigerata del 2003.
 
Forti ondate di calore accompagnate da alti livelli di umidità. Il periodo torrido dovrebbe cominciare a giugno, ma per il Centro Epson Meteo la prima ondata di caldo sarà già alla fine di maggio.
 
Una situazione davvero allarmante dunque. Non solo per l’agricoltura e per le attività industriali che vivono delle fonti idriche, ma soprattutto per la popolazione.
 
La Protezione Civile infatti ha preannunciato un probabile aumento della mortalità soprattutto a giugno, quando ancora l’organismo non si è abituato al caldo.
 
 
Valentina d’Angella

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