NewsPareti

Scialpinismo: nuovo concatenamento di Oprandi, Mezzanotte e Nicolini

TRENTO — Presanella, Corno Bianco, Adamello, Cresta Croce, Corno di Cavento, Carè Alto. Sei cime importanti e significative, conosciute da tutti gli scialpinisti d’Europa, collegate in un’unica giornata, attraverso una “Linea Ideale” come il nome del team che l’ha compiuta, il 13 maggio 2013: Franco Nicolini, Omar Oprandi e Mirko Mezzanotte. Ecco il racconto della grande traversata compiuta dai tre scialpinisti trentini, che hanno concatenato alcuni tra i più grandi ghiacciai del Trentino Occidentale. Ecco il racconto di Oprandi e le foto che ci ha inviato.

“Quando abbiamo pensato a un nuovo concatenamento, abbiamo cercato di immaginare che tipo di percorso fare, in che tempi, quale attrezzatura usare, e così via. Tutti concetti che per noi assumono un’importanza basilare. Nelle nostre iniziative abbiamo sempre rispettato chi ci ha preceduto, ricercando anche nelle vecchie imprese che hanno fatto la storia dell’alpinismo.

Non bisogna scordare infatti, che questo tipo di “imprese” iniziarono già alla fine dell’ottocento. I nostri “nonni alpinisti”, spesso impegnati in una specie di gara con Austriaci, Tedeschi e Inglesi, correvano e si inventavano imprese per firmare, ad esempio, le prime ascensioni sulle cime più belle e difficili.

Certo, “si correva” in modo diverso, ma la voglia di conquista aveva scatenato, già allora, una sorta di sano e puro agonismo… quello che amiamo noi. E’ infatti con questa idea in testa che abbiamo iniziato a pensare di unire tutte queste famose cime, percorrendo in sequenza una linea che le univa idealmente. Quella che io chiamo “Linea Ideale”.

Per l’epoca in cui viviamo, infatti, non è la conquista della “Cima” quello che conta, ma soprattutto il piacere, e la grande soddisfazione, di farlo a modo nostro. Un piacere che amiamo, molte volte mettendo in gioco anche qualche rischio, a tal punto da essere considerati dalle comunità come “i soliti” conquistatori dell’ inutile.

Ma è forse proprio questo “inutile” che dà la determinazione e l’energia per raggiungere certi obiettivi. Il nostro obbiettivo è stato un percorso di circa sessanta km di sviluppo, con più di cinquemila metri di dislivello. Una traversata, per noi logica, ma molto particolare: partire dalla cima più alta del Trentino (la Cima Presanella 3558 m) per arrivare alla “Cima simbolo” dell’intera zona: l’Adamello 3539 m; attraversando, tutte le vallate che si trovano fra di loro. Ma non solo: anche la non meno conosciuta Cima del Corno Bianco, solo per fare un esempio.

La cosa più bella è che siamo arrivati sulla cima dell’Adamello ancora in buon orario e soprattutto con le forze necessarie per decidere di continuare. Allora perché no: il sogno di arrivare al Carè Alto era proprio lì davanti ai nostri occhi… anche se, in mezzo, c’erano ben tre grandi vallate, che ci dividevano dal nostro nuovo e lontano obbiettivo. E’ stata la fiducia nella buona conoscenza della zona e dell’ottimo allenamento che avevamo, quella marcia in più che ci ha spinto a continuare… senza tralasciare della “fiducia”, per alcuni tratti, del materiale tecnico che avevamo al seguito. Il tutto non tralasciando di essere consapevoli che dovevamo arrivare in fondo alla nostra nuova idea insieme!

Quindi ci siamo rimessi in gioco per “sciare e scalare di nuovo.” Gli obiettivi successivi sono stati: la traversata di tutta la Vedretta Mandrone (Pian di Neve Occidentale), la vetta Cresta Croce (famosa per la croce dedicata a Papa Giovanni Paolo II), la ridiscesa sulla Vedretta della Lobbia (Pian di Neve Orientale), la difficile salita al Passo di Cavento dove non abbiamo resistito all’unica vera pausa dell’intero percorso: il Bivacco Lang era proprio lì sulla nostra Linea Ideale.

Solo dopo il meritato riposo e solo dopo aver recuperato le forze necessarie per continuare, abbiamo avuto ancora la voglia di affrontare la salita alla Cima del Cavento e la lunghissima attraversata verso la Cima del Care Alto… la sesta cima importante della nostra avventura. La discesa in Val di Borzago è stata solo una festa per la nostra bella giornata passata assieme. La conclusione di un sogno vissuto in prima persona durato poco meno di sedici ore. Il tutto in un ambiente che ha presentato molte difficoltà: la notte, il ghiaccio, il freddo, il pericolo di valanghe, e molto altro.

Sei cime importanti e significative, conosciute da tutti gli scialpinisti d’Europa, collegate in un’unica giornata, attraverso una Linea Ideale come il nome del nostro Team: Franco Nicolini, Omar Oprandi e Mirko Mezzanotte”.

 

[nggallery id=682]

 

Omar Oprandi

 

Links: www.omaroprandi.it

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close