Itinerari

Scialpinismo nel Lagorai: salita al Monte Ciste

Discesa lungo il versante orientale e tracciato in caso di neve instabile - A) M. Ciste
Discesa lungo il versante orientale e tracciato in caso di neve instabile – A) M. Ciste

BERGAMO — La Val Calamento è una valle alpina laterale della Valsugana, nel cuore del Lagorai. E’ qui che parte il nuovo itinerario di scialpinismo proposto da Luciano Navarini nella sua rubrica domenicale. Si tratta della salita al Monte Ciste, m. 2186: un bellissimo percorso ad anello: panoramico, istruttivo e molto remunerativo, da effettuarsi con abbondante innevamento in modo da poter trovare neve polverosa nella discesa. Gli itinerari sono tratti dalla guida Guida di sci alpinismo dei Lagorài – Cima d’Asta di Navarini, edita da Edizioni 31.

Dislivello: m. 1113. Tempo di salita: ore 4.30. Cartografia: Trekkart f. 163|164. Difficoltà: M.S.A. (medio sciatore alpinista).

Accesso: dal paese di Borgo Valsugana si seguono le ind. per il Passo del Mànghen raggiungendo (poco prima del paese di Telve di Sopra) un bivio sulla dx. Sempre con indicazioni per il Passo del Mànghen, ci si inoltra nella lunga Val Calamento bagnata dal Torrente Maso su S.P. 31, fino a raggiungere dopo ca. 7 km. il Ponte del Salton.

Partenza: sulla sx a quota m. 1073, prima di attraversare il Ponte del Saltón.

Note: propongo un bellissimo percorso ad anello: panoramico, istruttivo e molto remunerativo. Da effettuarsi con abbondante innevamento in modo da poter trovare neve polverosa nella discesa. L’itinerario può essere effettuato, scegliendo con cura il percorso, anche con neve non del tutto assestata. In questo caso la discesa non potrà avvenire dalla cima, ma poco più sotto come descritto.

Salita: dal parcheggio si tralascia una strada privata sulla dx (in piano) e si imbocca la S.F. Pozza (ind. per Val di Fregio – Malga d’Ezze) che si inoltra nella Val di Fregio alla dx idrologica del Torrente Masolo. Dopo alcuni tornanti, si tralascia un bivio a dx a quota m. 1130 ca., raggiungendo un secondo bivio a q. m. 1190 «ore 0.30» (bivio con la lunga S.F. di sx che con tratti in falsopiano taglia in diagonale dapprima la Val Scura e poi la Val Lavoschio. Si aggira la piccola elevazione boscosa de Il Corno m. 1404 e sempre su S.F. si perviene ad un bivio a quota m. 1420 ca. Si prende a dx e si raggiunge nuovamente la Val Lavoschio: si è a quota m. 1510 ca. dove la S.F. tende a scendere «ore 1.30-2.00». Lasciata la S.F. sulla sx si affronta l’erto e fitto bosco in direzione Ovest-Sudovest rimanendo inizialmente alti rispetto alla valletta. Da quota m. 1620 ca. ci si porta vicini al rio attraversandolo e con direzione Sudovest si perviene nella vasta area disboscata dove un tempo era sita la M.ga Lavoschio m. 1680 (ruderi sulla dx).
Si attraversa in direzione sud la vasta area oltrepassando una traccia di ex S.M. e raggiungendo in breve la poco visibile Forc. Lavoschio m. 1750 «ore 1.00-3.00». Con direzione di massima Ovest si affronta in leggera salita la dorsale denominata Costón del Ciste (attenzione ai ripidi versanti di sx) e si oltrepassa il Rocolo di Lavoschio m. 1780 ca. Ora verso Nordovest si guadagna quota sempre al centro dell’ampia dorsale con vegetazione che via via si fa più rada, raggiungendo quota m. 1970 ca. (qui perviene l’it. n. 26). Con percorso panoramico in direz N-NO, sempre per ampia dorsale, si raggiungono alcune roccette poco sotto la cima, a q. m. 2160 ca. Di qui, è opportuno valutare le condizioni della neve: se il manto nevoso è instabile si possono lasciare gli sci e procedere a piedi; se la neve è assestata, sci in spalla per facili roccette prima e per tratto in piano poi, si guadagna la croce del M. Ciste m. 2186 «ore 1.30-4.30».

Discesa: solo con neve assestata, con bella sciata si affronta l’iniziale ripido pendio (attenzione) in direzione est-nordest (visibile dalla cima la zona disboscata della M.ga Lavoschietto) giungendo a quota m. 1950 ca. Oppure, se la neve non fosse assestata nel pendio sottostante la cima: ripresi gli sci a q. m. 2160 ca., si cala lungo l’ampia dorsale appena salita fino a q. m. 2070 ca. per puntare poi a est nordest calando lungo il pendio meno erto giungendo poi alla quota m. 1950 ca. Si rimane sul lato dx del pendio perdendo quota gradatamente fra rada vegetazione, pervenendo all’ampia radura della M.ga Lavoschietto m. 1723. Verso Nord si scende fra bosco che via via si fa più fitto, ma sciabile, lungo il Rivo di Fontanafredda; giunti a q. m. 1590 ca. si piega a dx (N-NE) oltrepassando una ex S.M. a q. m. 1560 ca.; ora a Nordest sempre alla dx idr. si perviene ad una S.F. a q. m. 1400 ca. (qui giunge la discesa dell’alt. 2 dell’it. n. 11). Conviene ora rimanere sulla S.F. con un breve tratto in leggera salita, per poi seguirla a lungo fino al bivio a q. m. 1260 ca. Continuando, in breve si perviene alla M.ga La Pozza e quindi al punto di partenza.

 

 Luciano Navarini

Luciano Navarini nato a Trento nel 1952, Istruttore di Sci alpinismo del Club Alpino Italiano. Per anni ha svolto un’intensa attività didattica e divulgativa in numerose Sedi della Società Alpinisti Trentini (S.A.T.) e del Club Alpino Italiano (C.A.I.) nonchè in altri centri culturali del Trentino Alto Adige e regioni limitrofe.
Autore nel 1988 della “Guida di sci alpinismo Lagorai-Cima d’Asta” e anche nel 1984 co-autore delle raccolte “45 itinerari di sci alpinismo in Trentino e in Alto Adige”, tutte patrocinate dal C.A.I. – S.A.T.
Nell’ottobre 2010 la Casa Editrice31 ha pubblicato il suo volume “Sci alpinismo in Lagorai e Cima d’Asta – 38 itinerari facili”. A novembre 2011 è stata pubblicata dalla Casa Editrice “Edizioni31” di Trento la sua nuova “Guida di Sci alpinismo dei Lagorài – Cima d’Asta” patrocinata dal C.A.I. – S.A.T., aggiornamento di quella pubblicata nel 1988.
Il nuovo volume è stato aggiornato totalmente, ampliato con la descrizione di altri itinerari e con un nuovo corredo fotografico.

 

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