“Scendere in otto con una motoslitta di notte su una pista nera é al di là di ogni buon senso- ha detto Messner all’Ansa -. Per quanto riguarda gli scialpinisti morti sotto la valanga della Val di Fiemme è diverso. Per chi pratica questo sport la fatalità é dietro l’angolo”.
Un altro nome noto della montagna, legato però allo sci agonistico più che all’alpinismo, è stato interpellato in questi giorni riguardo gli incidenti avvenuti in Dolomiti. Si tratta di Alberto Tomba.
“La neve è un’amica, ma la neve non perdona – scrive Alberto Tomba su Quotidiano.net -. L’ho imparato quando ancora portavo i calzoni corti. È giusto allora cercare la felicità sugli sci o su una slitta o su una tavola da snowboard: sempre però rispettando i saggi criteri della prudenza. Basta una distrazione di troppo, in montagna, per trasformare l’allegria in tragedia. Tocca al singolo non esporre se stesso e il prossimo a pericoli ingiustificati. La responsabilità è personale. E non c’è ‘divertimento’ che giustifichi lo spreco di una vita. Parola di uno che si è sempre divertito molto, in montagna”.
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