Alpinismo

Ragni di Lecco: Piergiorgio arrivederci

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LECCO — "Cerro Piergiorgio 2008". Con queste eloquenti parole i Ragni di Lecco annunciano il loro rientro dalla Patagonia, senza aver risolto la parete inviolata su cui lavoravano da settimane. Ma con la ferma intenzione di tornare entro pochi mesi a concludere la via, dove hanno lasciato, simbolicamente, corde fisse e materiale.

"Rientriamo in Italia senza vetta, a 300 metri dalla fine – racconta Hervè Barmasse -, ma con in tasca il biglietto per tornare a finire nel 2008 ciò che abbiamo iniziato. Non molliamo. Il possibile è stato fatto, ma a noi non basta: abbiamo lasciato il materiale sulla parete per tentare la via tra qualche mese".
 
"La settimana scorsa siamo saliti ancora un po’ di metri – continua l’alpinista valdostano -, ma ormai fa freddo, e tutti insieme abbiamo deciso di interrompere". Barmasse, Giovanni Ongaro, Matteo Bernasconi e Mario Conti sono gli ultimi Ragni – e quasi gli ultimi alpinisti – a lasciare una Patagonia ormai quasi in piena versione invernale.
 
L’inviolata Nordovest del Piergiorgio quindi resta quindi insoluta, almeno per ora. Ma quello dei Ragni è comunque uno dei tentativi che sono arrivati più in alto sulla parete, insieme a quello di Luca Maspes e Maurizio Giordani. E che lascia pienamente soddisfatto il presidente del Gruppo Ragni della Grignetta.
 
"Sono molto contento della spedizione – ha commentato Alberto Pirovano -. Primo perchè i ragazzi hanno dimostrato un impegno fuori dal comune, anche quando si sono trovati davanti una parete diversa da come se l’aspettavano: difficile da raggiungere, con roccia non bellissima, completamente verticale e strapiombante".
 
"Hanno dovuto rifare daccapo tutto il lavoro di 10 anni fa, ma quelle che erano premesse per un possibile scoramento sono diventate un motivo di sfida in più: la sfida di un’arrampicata d’altri tempi, da anni ’70, quando oggi tutti cercano solo roccia bella da poter salire comodamente e in libera".
 
"Sono soddisfatto anche per come è stata gestita e per il rapporto con gli sponsor – prosegue Pirovano -. Difficilmente capita un cocktail così azzeccato di persone. Gianfelice Rocca è stato coi ragazzi per una settimana e ha visto benissimo i problemi di quella scalata, e i ragazzi non hanno mai avuto pressioni commerciali, hanno visto una sincera condivisione della loro passione per la montagna".
 
Pirovano ha approvato con entusiasmo l’intenzione dei ragazzi di tornare in Patagonia per finire la parete. "Vedremo se farlo entro l’anno – spiega il presidente dei Ragni -, o aspettare gennaio. Sceglieremo insieme il periodo migliore per completare la salita del gigantesco canalone che manca a finire la parete".
 
Le imprese del 60esimo anniversario del Gruppo Ragni, quindi, non sono ancora chiuse. Anzi, forse non si chiuderanno proprio, ma segneranno una svolta verso un’attività alpinistica ancor più intensa e matura degli
maglioni rossi.
 
"Ho sempre sostenuto che le celebrazioni devono essere un momento per fare qualcosa, non solo ricordare – conclude Pirovano -. Quindi non è "chiuso l’anno chiuso il discorso". Ci concentreremo sempre più sulle cose da fare in montagna, visto che abbiamo le persone per farlo e un bel gruppo, in cui sono state coinvolte positivamente anche persone esterne come Hervè Barmasse. I prossimi anni saranno sicuramente una continuazione e una crescita dell’attività alpinistica attuale".
 
Sara Sottocornola
Foto d’apertura: Giovanni Ongaro sull’ennesima sosta su staffe (H. Barmasse) 
 


Hervè Barmasse sull’ultimo "rognoso" tiro prima del camino


Hervè Barmasse in parete
 


La verticale parete Nordovest del Piergiorgio


Il duro avvicinamento


Le tendine sotto la parete


L’altra faccia del Piergiorgio

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