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Alpi Mistiche della Liguria, dove scorrazzavano i longobardi e il terribile Occialì

Alpi Mistiche
Alpi Mistiche della Liguria

TERZORIO, Imperia — I grandi viaggiatori dell’800 scoprirono tardi la Liguria di ponente perché era visibile soltanto dal mare: la verticalità del paesaggio che la rende unica (anche rispetto alla Costa Azzurra), per moltissimo tempo la occultò alla curiosità insaziabile dei protagonisti del Grand Tour. A parte “Il dottor Antonio” – scritto in inglese nel 1855 da un italiano, Giovanni Ruffini -, con ogni probabilità il primo personaggio letterario a scegliere Sanremo, invece della solita Sicilia, fu Ralph Touchett in “Ritratto di signora” (1881), che volle sperimentare il microclima eccezionale di alcune località del Ponente. Così gli inglesi scoprirono l’incanto delle cittadine sul mare e dei rock villages, arrampicati sui monti eppure quasi a picco sul mare, mimetici per nascondersi ai saraceni.

Tisici celeberrimi come Katherine Mansfield o inventati come Touchett, furono seguiti da gente che invece scoppiava di salute: i futuri emigranti nelle Indie, che per sopravvivere al clima tropicale, avevano bisogno di acclimatarsi in Liguria, stretti tra la montagna e il mare. La fama del “Mare in salita” nasce così, ben prima dei turisti leggendari, spesso coronati o altamente titolati, che la popolarono sino – grosso modo – agli anni ’30.C’è da giurare che siano stati proprio loro a percorrere i sentieri di montagna e, ben prima di Montale. Lassù lassù, con quei dislivelli da paura come solo nel Ponente ligure, nacquero nell’antichità culti destinati a radicarsi nell’inconscio collettivo e molto più tardi – quando l’uomo stanco di faticare con la terra, si rivolse al mare – si costruì, tra i resti dei muri a secco delle terrazze, un ecosistema tutto particolare, capace di ospitare piccoli mostri fascinosi che risalgono alla preistoria e fioriture rare, in qualche caso uniche al mondo.

Proprio quello che ci vuole in primavera, quando in alta montagna la neve non è ancora sciolta, ma il sole già caldo fa venir voglia di mare. Allora si parte verso un sud a portata d’autostrada, in cerca di temperature che sanno d’estate e tuttavia consapevoli che l’acqua è ancora fredda. Quello è il momento per andare alla scoperta dei rock villages e della biodiversità che regna sovrana negli entroterra protetti – con fatica – dalla Comunità Europea.

Alpi Mistiche della Liguria
Alpi Mistiche della Liguria

Rock villages
Terzorio e Pompeiana fanno parte di un antico sistema difensivo-preventivo molto strutturato che percorre tutta la costa e l’entroterra ligure, basato sulle torri di avvistamento e i segnali di fumo, poi perché Terzorio è un paesino ricco di leggende e antichi guerrieri irriducibili, mentre Pompeiana ci avvicinerà alla scoperta della biodiversità, della ricchezza quasi simbolica – per modestia e al tempo stesso rarità – della fauna e flora di quel territorio.

Terzorio
È il secondo paese più piccolo della Liguria, aggrappato alle pendici della zona collinare che avvicina a quella alpina e, per raggiungerlo dalla costa, bisogna partire da Santo Stefano al Mare. È di origine longobarda e questo gli conferisce un fascino diverso da quello degli antichi insediamenti liguri e poi romani. Tracce medievali non ne rimangono, se non quelle decisamente tarde: l’oratorio di Santa Maria Maddalena – ex chiesa parrocchiale – risale al ‘400 e si dice sia stato eretto in memoria delle predicazioni di Maria di Magdala. La leggenda di Maria – riportata dal romanzo più celebre di Dan Brown, Il codice da Vinci, ma radicata da secoli in territorio occitano – racconta che fosse fuggita dalla Palestina insieme a Maria di Cleofa e alla madre di Gesù, per sbarcare dopo una traversata interminabile a Les Saintes-Maries-de-la-mer, in Camargue. Da laggiù si era dedicata alla predicazione – c’è chi dice anche alla stesura del Vangelo attribuito a Giovanni – e aveva raggiunto l’estremo ponente ligure. Una visita all’oratorio non svelerà segreti, ma potrebbe essere d’ispirazione, grazie a questo territorio che ha ospitato tutte le religioni. Meno quella musulmana, ma stiamo parlando di parecchi secoli fa, ai tempi del terrificante, minaccioso nonché ferocissimo Ulugh-Alì, ligurizzato in Occialì.

La storia (vera) di Occialì, che dai suoi possedimenti nordafricani si spingeva attraverso il Mediterraneo per razziare la meglio gioventù ligure e venderla come schiava sul mercato di Algeri. Occialì era un vero flagello e un guerriero di vaglia, tant’è che fu uno dei pochi superstiti della battaglia di Lepanto (1571) e riuscì addirittura a riportare a casa una trentina di navi. Occialì era un convertito – all’epoca, rinnegato, che è la traduzione del suo nome – di origini calabresi. Ex prigioniero, vogatore nelle galere del Barbarossa, si convertì per poter sfidare alla pari un turco che lo aveva offeso e salvare la pelle in caso di vittoria. Le sue gesta percorsero il Mediterraneo, il suo nome incuteva terrore puro – tra l’altro, pur se convertito, era subentrato a Dragut nel comando della flotta ottomana – e, tra una scorreria e l’altra, si portò a Algeri una novantina di abitanti di Terzorio, poi diede il paese alle fiamme. Fu allora che Terzorio costruì una torre di avvistamento polifunzionale e imprendibile: aveva un ponte levatoio, stanze per ospitare donne e bambini durante la stagione delle scorrerie e sei archibugieri sempre di guardia. Più che sufficienti per tenere a bada tanto Occialì, quanto i soldati di Vittorio Amedeo di Savoia nel 1615, ché alla gente di Terzorio non garbava passare da Genova a Torino.
L’intensità di emozioni che sprigionano le mura di un paese con un passato tanto feroce, va stemperata con una bella passeggiata tra la natura moderatamente selvaggia. Quindi vale la pena di trasferirsi a Pompeiana.

Alpi Mistiche flora a Pompeiana
Alpi Mistiche flora a Pompeiana

Pompeiana
Il paese è raggiungibile sia da Terzorio che dalla costa, partendo da Riva Ligure. È molto vicino al litorale, eppure già arroccato ed è un centro più importante di Terzorio: ha quasi un migliaio di abitanti e origini molto antiche. Era infatti un fondo romano, un nodo di comunicazione verso il Nord e di una certa importanza strategica. Tant’è che venne diviso, riunito, ridiviso: ancora oggi si distinguono le diverse borgate, benché non perfettamente delineate per via delle costruzioni più recenti. Anche a Pompeiana si trova un oratorio dedicato all’infaticabile predicatrice Maria Maddalena, anche Pompeiana ha la sua brava torre in perfette condizioni, che oggi è diventata un museo etnografico. In più ha una casa fortezza e una seconda torre – a pianta quadrata, la prima è rotonda – nella borgata Barbarasa. Anche Pompeiana subì razzie e rapimenti. E tuttavia ogni paese del Ponente ligure ha la sua storia da raccontare, che è diversa da ogni altra, ogni paese ha il suo segreto. Quello di Pompeiana è ben protetto, si trova a nord del villaggio, in una zona inselvatichita e si chiama Praugrande.

Praugrande
Già arrivare a Pompeiana e poi dirigersi verso Praugrande è un viaggio breve ma sorprendente, perché si attraversa una zona industriale, sovrastata da un viadotto autostradale, che non promette niente di buono, anzi, è decisamente scoraggiante. Al contrario, rende quasi travolgente la sorpresa e la piccola magia implicita: zona industriale, paese, sentierino e all’improvviso la macchia mediterranea all’infinito. Si sale un poco ed ecco la verticalità della Liguria in tutto il suo splendore: il mare di fronte, con una vista sterminata sulla costa frastagliata e le montagna alle spalle. L’infinito faccia a faccia con il limite estremo, la contraddizione e il paradosso che hanno reso questa regione tanto particolare. Praugrande è un Sito di Interesse Comunitario: un’area vasta, in salita, che nasconde i tesori della biodiversità ed è tutelata dalla Comunità Europea. Che si spera sarà coerente perché i rarissimi e preziosissimi residenti, in particolare la lucertola ocellata e il pelodite punteggiato.

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