Curiosità

Sculture con la spazzatura dell’Everest: una mostra itinerante in Nepal

Una delle sculture presenti alla mostra Everest 8848 Art Project (Photo courtesy of Afp Photo/Prakash Mathema)
Una delle sculture presenti alla mostra Everest 8848 Art Project (Photo courtesy of Afp Photo/Prakash Mathema)

KATHMANDU, Nepal — Settantacinque sculture create con bombole d’ossigeno vuote, lattine, corde, pezzi di tenda, scarponi e sacchetti provenienti dalle tonnellate di rifiuti raccolti sul Monte Everest sono state le protagoniste di un’esposizione tenutasi nelle scorse settimane nella capitale nepalese. L’intento dell’associazione artistica era di mostrare che si può fare arte con qualsiasi cosa, ma soprattutto rendere la popolazione consapevole del grande problema della montagna più alta del mondo.

La spazzatura lasciata dalle migliaia di visitatori e dalle decine di spedizioni che ogni hanno tentano la scalata dell’Everest è un problema che affligge sia le autorità di Cina e Nepal che la popolazione locale, in particolare gli sherpa. Negli ultimi anni sono state molte le possibili soluzioni proposte, non ultima quella di trasformare in opere d’arte l’immondizia proveniente dalla montagna himalayana.

Nella primavera del 2011 e del 2012, le spedizioni di pulizia sulla montagna hanno trasportato a valle circa 8 tonnellate di spazzatura, di queste circa 1,5 sono state messe a disposizione di 15 artisti nepalesi che hanno prodotto 75 sculture per la mostra denominata “Everest 8848 Art Project”. Bombole di ossigeno, lattine di bevande, pali e tessuti delle tende, capi d’abbigliamento, attrezzi e sacchetti di plastica sono stati modellati per creare statue di dei indiani o monumenti celebrativi agli alpinisti o un mandala indiano o ancora la riproduzione di uno yak.

L’esposizione è stata allestita a Kathmandu e aperta al pubblico nelle scorse settimane dopodichè si sposterà a Pokhara. L’intento degli scultori è mostrare ai visitatori che è possibile creare l’arte da qualsiasi cosa, ma soprattutto sensibilizzare le persone verso il grave problema delle discariche a cielo aperto sull’Everest. Anche per questo tutte le opere d’arte sono in vendita e il ricavato andrà in parte agli stessi artisti e in parte all’Everest Summiteers’ Association che si occupa della raccolta di rifiuti sulla montagna.

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