Appennino bolognese “invaso” dagli ungulati, danni alle colture e timori per la salute pubblica
BOLOGNA — L’Appennino Bolognese è invaso dagli ungulati e animali selvatici di grossa taglia. A dare l’allarme è la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) che denuncia il continuo aumento dei danni alla colture da parte di cinghiali, daini, cervi e caprioli, che inizierebbero a costituire perfino un pericolo per la salute pubblica.
Secondo i censimenti ufficiali del 2012 quasi 19 mila caprioli, tra gli 8 mila e i 10 mila cinghiali, 1575 cervi e 1186 daini popolano le colline e le montagne della provincia di Bologna. E il numero potrebbe essere ancora superiore dato che il territorio censito è solo il 60 – 70 percento del totale.
Migliaia di ungulati di grossa taglia che danneggiano le colture dell’Appennino, ma soprattutto gli agricoltori. Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Bologna gli agricoltori avrebbero subito una perdita del 20 percento sulla produzione lorda vendibile a causa dei danni prodotti da questi animali.
Inoltre, secondo la Cia, il gran numero di questi animali selvatici minaccerebbe perfino la salute pubblica poichè gli esemplari sono portatori di un gran numero di parassiti nocivi sia per gli allevamenti sia per gli esseri umani.