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Ortles, un’aghifoglia di 2664 anni rivela l’età del ghiaccio sommitale

Carotaggio Ortles (Photo courtesy provincia.bz.it)
Carotaggio Ortles (Photo courtesy provincia.bz.it)

MARSIGLIA, Francia — Tracce di radioattività nello strato di ghiaccio del 1963, anno di maggior diffusione dei test nucleari nel mondo. E un’aghifoglia trasportata dal vento sulla cima dell’Ortles, da quasi tremila anni intrappolata nello strato più profondo del ghiacciaio sommitale dell’Ortles. Ecco le prime “rivelazioni” fornite dalle carote di ghiaccio estratte un anno fa sulla montagna nell’ambito del progetto di ricerca internazionale “Progetto Ortles” a cui partecipa l’Eurac di Bolzano.

Le carote di ghiaccio sono state estratte dodici mesi fa dal ghiacciaio sommitale dell’Ortles, a 3859 metri di quota, dove lo spessore è di 75 metri circa. Sono state analizzate nei laboratori altoatesini e i primi dati sulla storia climatica e ambientale delle Alpi Orientali, ricavati dalle loro analisi, sono stati presentati a Marsiglia nei giorni scorsi, in occasione del convegno internazionale di paleoclimatogia “IPICS 2012”. Le analisi sono state coordinate da Paolo Gabrielli del Byrd Polar Research Center di Columbus in Ohio (Usa).

Secondo quanto riferito dall’Eurac, “nel ghiaccio estratto a 41 metri di profondità è stato rinvenuto uno strato leggermente radioattivo risalente all’anno 1963. Quest’anomalia, comunemente identificata nei siti di perforazione glaciali del pianeta dall’Antartide fino alla Groenlandia, è infatti riconducibile al periodo storico di massima frequenza dei test nucleari in atmosfera ed è utile per la datazione delle carote di ghiaccio”.

“Sempre a questo scopo – spiega Gabrielli – il ritrovamento a 74 metri di profondità di un’aghifoglia di conifera trasportata in alta quota dai venti durante l’antichità, ha permesso di ottenere, tramite la tecnica di analisi del carbonio 14, una prima indicazione dell’età del ghiaccio basale dell’Ortles che potrebbe risalire a 2664 anni fa, all’epoca della transizione tra la prima e la seconda Età del Ferro”.

Lo scopo del progetto Ortles non è tuttavia soltanto storico. Accanto all’analisi delle carote di ghiaccio, i ricercatori hanno attivato “un monitoraggio della calotta glaciale dell’Ortles quale osservatorio strategico dei cambiamenti climatici in atto in alta quota, con particolare attenzione alle variazioni fisiche del ghiacciaio sommitale ed al permafrost”.

Carotaggio Ortles (Photo courtesy provincia.bz.it) 1
Carotaggio Ortles (Photo courtesy provincia.bz.it) 1

“Questi primi risultati sono incoraggianti – ha commentato da Bolzano Hanspeter Staffler, direttore della Ripartizione Protezione antincendi e civile della provincia – in quanto abbiamo potuto verificare di essere riusciti a recuperare questo importante archivio di informazioni climatiche ed ambientali prima che venisse compromesso dalla fusione causata dal forte riscaldamento osservato in quota durante le estati degli ultimi 30 anni”.

Le carote verrano ulteriormente studiate. Le prossime analisi forniranno indicazioni più precise sulla lunghezza della storia climatica ed ambientale del ghiaccio dell’Ortles.

Il Progetto Ortles è un progetto di ricerca internazionale, coordinato dal Byrd Polar Research Center dell’Università dell’Ohio (USA) e dalla Ripartizione protezione antincendi e civile della Provincia autonoma di Bolzano, e supportato dalla National Science Foundation americana con la collaborazione scientifica dell’Università e l’IDPA-CNR di Venezia, l’Università di Innsbruck, l’Università di Berna, l’Accademia Russa delle Scienze di Mosca, l’Università di Padova (TeSAF), l’Ufficio Geologia e prove materiali della Provincia autonoma di Bolzano, l’Università di Pavia, Waterstones s.r.l. di Varna e il gruppo di Remote Sensing dell’Eurac di Bolzano.

Links: http://www.provincia.bz.it

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