Caldo anomalo di ottobre: +10,7° a 2700 metri sul ghiacciaio dei Forni
SANTA CATERINA VALFURVA, Sondrio — Temperature straordinarie in alta quota durante questi giorni di anticiclone africano. Lunedì 22 ottobre, alle ore 14.00, sul Ghiacciaio dei Forni in Alta Valtellina, la stazione meteorologica AWS dell’Università di Milano che afferisce al progetto Share Stelvio del Comitato Evk2Cnr ha registrato la temperatura di ben +10,7°C.
Il primo ad accorgersi di questa temperatura straordinaria è stato Giampietro Verza, responsabile delle stazioni meteo del Comitato Evk2Cnr, durante il controllo periodico dei dati che la centralina meteo rileva in modo continuativo dal 2005.
“Quando ho visto quel dato mi sono stupito molto – racconta Verza -. Quando è stato rilevato, fra l’altro, c’era anche vento. Con forti raffiche, pensate, si “crollava” a +9°. Non so dire se sia un record, ma posso dire che l’anno scorso il 20 ottobre è stata registrata una temperatura minima di -13°C. Sulla base di un dato non si possono fare troppe valutazioni, ma dà un’idea di un meteo veramente bizzarro”.
I ricercatori dell’Università di Milano, guidati da Guglielmina Diolaiuti, coordinatrice scientifica del progetto Share Stelvio, stanno analizzando proprio in questi giorni i dati meteorologici scaricati da Verza, relativi al bimestre settembre-ottobre 2012.
“Grazie alla stazione meteorologica automatica (che registra continuamente tutti i parametri meteorologici) installata sulla superficie del Ghiacciaio dei Forni nel 2005 dall’Università degli Studi di Milano e dal Comitato EvK2Cnr, sono state confrontate le temperature di settembre e ottobre di quest’anno con quelle dell’anno scorso negli stessi mesi – commenta Guglielmina Diolaiuti, coordinatrice del Progetto Share Stelvio -. I mesi autunnali sono davvero importanti per l’evoluzione dei nostri ghiacciai: se l’autunno è infatti caldo prosegue la fusione iniziata a fine primavera portando ad un bilancio di massa ancor più negativo. Se l’autunno è fresco e nevoso la fusione ha termine e il ghiacciaio conserva un po’ di massa”.
“L’autunno 2012, dopo qualche nevicata che ha ammantato i ghiacci – prosegue la Diolaiuti -, ha visto a fine ottobre giornate tiepide e calde come quella del 22 ottobre in cui temperature sulla superficie del ghiacciaio dei Forni hanno raggiunti picchi di oltre 10°C. Queste condizioni termiche certamente promuovono la fusione della neve appena precipitata ma probabilmente impatteranno limitatamente sul ghiaccio glaciale proprio grazie alla protezione nevosa. L’estate appena trascorsa ha fatto perdere alla lingua del ghiacciaio nel settore inferiore oltre 4 metri di spessore e temperature come quelle di lunedì in assenza di neve avrebbero comportato ulteriori perdite fino a 30-40 cm di spessore”.
“E’ interessante osservare come l’ottobre di quest’anno sia stato più caldo rispetto all’anno scorso – conclude la ricercatrice – con un valore medio mensile superiore di quasi 2°C, mentre la media di settembre è stata più alta l’anno scorso”. I ricercatori dell’Università di Milano stanno analizzando anche gli altri parametri meteorologici per meglio caratterizzare le condizioni meteorologiche di questi due mesi e per sottolinearne un andamento fra i diversi anni.
In alta Valtellina le stazioni supraglaciali afferenti alla rete Share sono due: la AWS (Automatic Weather Station) localizzata alla superficie del Ghiacciaio dei Forni, il più grande ghiacciaio vallivo italiano e la AWS localizzata alla superficie del Ghiacciaio Dosdè Orientale, un più modesto apparato vallivo localizzato nel Gruppo Dosdè Piazzi e noto soprattutto per la sperimentazione di coperture geotessili di protezione della neve e del nevato operate da Università di Milano anche in collaborazione con EvK2CNR tra il 2008 ed il 2009.
Le due stazioni supraglaciali SHARE sono attive rispettivamente dal 2005 (Forni) e dal 2007 (Dosdè) e da allora hanno sempre funzionato rilevando ogni ora dati di energia (flussi radiativi solari ed atmosferici, in entrata ed in uscita), temperatura dell’aria, pressione atmosferica, umidità, vento, precipitazioni solide e liquide. Le stazioni sono connesse con i laboratori EvK2CNR grazie a ponti radio e modem GSM che permettono una costante diagnostica strumentale e lo scarico periodico dei dati.