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Sherpa improvvisati? Sono piuttosto degli eroi. Mondinelli tuona contro la stampa

Manaslu Mondinelli a Kathmandu (photo courtesy Ap)
Manaslu Mondinelli a Kathmandu (photo courtesy Ap)

KATHMANDU, Nepal — “Ho letto i giornali di oggi e ho trovato delle cose che mi hanno dato molto fastidio. Pareri di alpinisti famosi che si permette di dare giudizi senza conoscere i fatti. Bisogna avere rispetto, dei morti, e della gente che lavora con professionalità come gli sherpa. E pensare prima di parlare ai giornali”.  Quando è troppo è troppo. Mondinelli non riesce a trattenersi dopo aver letto sulla stampa italiana alcuni articoli in cui oggi vengono lanciate alcune critiche al gruppo di alpinisti che si trovava a campo 3 del Manaslu e che è stato travolto dalla valanga nella notte fra sabato e domenica.

“Non sono gli sherpa ma questi giudizi ad essere improvvisati – tuona Mondinelli -. Bisogna avere rispetto per questa gente che si fa un mazzo, sale con 30 chili sulle spalle e fa il proprio lavoro con competenza e generosità. Tanti di loro fanno il corso guide dell’Uiagm ed è abilitato a livello internazionale, dunque sono all’altezza di quello che fanno. Oggi molti sherpa sono anche piloti di soccorso, e anche in questo caso hanno volato in condizioni estreme, anche nella nebbia, fino a quasi settemila metri per fare i soccorsi”.

“Secondo punto – prosegue Mondinelli come un fiume in piena -. Quella gente è stata presa dalla valanga mentre dormiva. Non stavano facendo i cretini o scalando dove non dovevano. Bisogna avere rispetto, soprattutto quando muoiono ragazzi di 24 anni come lo sherpa di Alberto, che era un professionista e un bravissimo ragazzo e aveva scalato 8 volte l’Everest”.

“Una parola anche sulle spedizioni commerciali e sui loro capi come Russell Brice – dice Gnaro -. Sono sempre disponibili a fornire informazioni e a collaborare con gli altri. Sono stati pronti a darsi da fare per i soccorsi anche se non avevano clienti e sherpa sulla montagna. Fanno sempre la stratigrafia della neve per valutare le condizioni, si aggiornano sul meteo e condividono con le altre spedizioni materiali e valutazioni da loro prodotte”.

“Noi che viviamo l’Himalaya da vent’anni – conclude Gnaro – certe cose forse possiamo pensarle di qualcuno, ma non andare a fare sparate ai giornali facendo fare una figuraccia a intere categorie di persone che invece lavorano con duramente e con professionalità. Vorrei far notare che anche chi va senza ossigeno poi usa le corde e le informazioni delle spedizioni commerciali. Lo fanno tutti, e dico tutti, compreso il sottoscritto, e anche chi si vende per purista al 100%”.

“Bisogna avere rispetto, sì, lo ripeto ancora – dice Gnaro -. Rispetto dei morti e dei vivi. Vale anche per i giornalisti che a volte esagerano. Nessuno se l’è cercata. Chi non c’era deve stare zitto, e soprattutto se è un personaggio pubblico, pensare prima di parlare. Spero che queste parole servano come spunto di riflessione, per il futuro e per tutti coloro che andranno in Himalaya”.

Silvio Mondinelli, 54 anni, guida alpina di Alagna Valsesia e 14 ottomila scalati senza ossigeno, è stato travolto dalla valanga del Manaslu con i suoi compagni di spedizione Christian Gobbi, miracolosamente sopravvissuto come lui, e Alberto Magliano, purtroppo deceduto nella tragedia.

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