Nepal, in arrivo il divieto per i trekking in solitaria
KATHMANDU, Nepal — Niente più trekking in solitaria nelle valli del Nepal, o almeno in quelle meno battute. Questo è il provvedimento in corso di approvazione da parte del governo di Kathmandu: il ministero degli Affari interni e quello del Turismo e dell’Aviazione Civile stanno infatti lavorando a una legge che imponga agli escursionisti in visita di avvalersi del servizio di una guida o di un portatore. Non sono ancora chiari al momento i percorsi che saranno interessati dalla nuova norma, né i termini di attuazione. Tra gli scopi dei legislatori ci sarebbe però quello di aumentare la sicurezze e trovare una soluzione ai crescenti casi di violenza contro i turisti solitari.
Negli intenti il provvedimento dovrebbe avere tempistiche veloci per entrare in vigore già dal prossimo autunno, con l’inizio cioè della nuova stagione turistica. I “Free Independent Trekkers” saranno tenuti a farsi accompagnare da un operatore locale, sia egli una guida o un portatore. La proposta di una legge in tal senso è stata avanzata dalla Trekking Agents Association of Nepal (Taan).
In base a quanto riferisce il giornale Nepal Mountain News, il vicepresidente della Taan Jangbu Sherpa ha dichiarato che le imprese turistiche hanno avanzato la richiesta al fine di offrire sicurezza e adeguate attrezzature ai visitatori stranieri, e ha aggiunto che i turisti in ogni caso potranno andare da soli lungo i percorsi che sono molto frequentati in tutte le stagioni. Jangbu Sherpa ha affermato inoltre che il ministro della Cultura, del Turismo e della Aviazione civile avrebbe risposto in modo positivo alle loro richieste, in particolare relativamente ai trekking più avventurosi come quello nel Langtang.
Nel Langtang National Park infatti, nel giugno scorso è morta una ragazza belga di 23 anni che stava compiendo un trekking in solitaria. La giovane si trovava sul cammino per il Gosaikunda Lakes dove è stata ritrovata decapitata, sebbene non ci fossero tracce né di stupro né di rapina. L’anno scorso si sarebbero poi verificati altri due casi di attacchi a donne straniere che facevano trekking da sole nel Langtang, mentre due anni fa una giovane americana è stata dichiarata scomparsa.
L’aumento della criminalità secondo gli operatori nepalesi creerebbe un grosso danno al settore, scoraggiando i trekking in Himalaya, che, come tipologia di viaggio, costituiscono circa il 40 per cento del turismo straniero in Nepal. La maggior parte degli escursionisti si dirige solitamente nella regione dell’Annapurna, del Langtang, dell’Helambu e del Khumbu: pur non essendo necessario pagare un vero permesso, alcuni anni fa è stata introdotta una Tims card – Trekkers Management Information System, una tessera personale che prevede un costo una tantum e che permette la registrazione computerizzata dei dati anagrafici degli escursionisti.
In base a quanto raccontato dal British Mountaneering Council, il database informatico avrebbe aiutato non poco le autorità nelle ricerche dei casi di scomparse o di incidenti. L’idea ora sarebbe quella di implementare questo servizio per consentire un maggiore controllo sui trekking e per far entrare nuove risorse economiche, da utilizzare per lo sviluppo del turismo nei parchi nazionali e per promuovere nuove mete escursionistiche.