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Everest, sta per concludersi l’ultima tornata di vette

Everest in salita (Photo courtesy explorersweb.com)
Everest in salita (Photo courtesy explorersweb.com)

KATHMANDU, Nepal — Sta per concludersi – senza particolari incidenti almeno per il momento – la seconda tornata di vette sul Monte Everest, che nel weekend ha visto decine e decine di alpinisti toccare quota 8.848 metri. Due le salite effettuate senza ossigeno, e un’altra in corso: quella dell’ecuadoriano Patricio Tisalema che vuole arrivare in vetta dalla nord in un giorno soltanto.

Secondo le ultime notizie, a tentare la vetta sarebbero stati in 200 circa. Il primo gruppo, circa 90 scalatori, ha raggiunto la cima venerdì scorso. Sabato sono andate in vetta altre cento persone circa: tra gli altri, le commerciali Adventure Consultants, Peak Freaks, Jagged Globe, Benegas Brothers, International Mountain Guides, Mountain Trip, SummitClimb, Asian Trekking Eco Everest and Everest Youth e una spedizione dell’esercito indiano composta da diversi ufficiali donna. Secondo i blog degli alpinisti, è stata forse la giornata migliore di tutta la stagione con cielo limpido, temperature miti e niente vento.

Da segnalare due salite senza ossigeno: un ufficiale indiano e l’alpinista americano Conrad Anker, capo della della spedizione all’Everest per i 50 anni della prima salita americana promossa dal National Geographic. Anker, in un primo momento aveva lasciato i compagni dicendo che si sentiva stanco dopo il lavoro sulle corde fisse, poi invece ha cambiato idea ed è salito da solo.

Le salite, comunque, non si sono ancora esaurite. Per oggi i meteorologi hanno previsto l’ultima finestra di bel tempo utile della stagione, e molti stanno ancora tentando. Tra gli altri, c’è anche l’ecuadoriano Patricio Tisalema che oggi è partito dal campo avanzato a 6400 metri sul versante nord, per salire in vetta entro 24 ore, in stile alpino.

Da ricordare anche Mike Moniz della spedizione Img, che è salito in vetta al Lhotse entro 24 ore dall’aver toccato la cima dell’Everest insieme allo Sherpa Chewang.

E’ andato a monte, invece, il recupero del cadavere di Shriya Shah-Klorfine, la donna nepalo-canadese morta sulla cima sud una settimana fa. Secondo quanto riferito da alcuni blog, i sei sherpa che dovevano portarla a valle sono stati fermati dal vento e probabilmente per quest’anno non sarà più possibile effettuare il recupero.

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